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Pesaro, perde il controllo dell’auto e finisce in una scarpata: Danilo muore a 24 anni

Danilo Biagi, operaio di 24 anni, è morto in un incidente stradale verificatosi questa mattina mentre stava tornando a casa dopo una festa. Grave l’amico che viaggiava con lui. Forse un colpo di sonno gli ha fatto perdere il controllo della sua vettura. “Il silenzio è la cosa migliore oltre la vicinanza alle famiglie”.
A cura di Ida Artiaco
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Ha perso il controllo della sua auto, forse per un colpo di sonno, ed è andato a finire in una scarpata. L'impatto è stato talmente violento che è morto sul colpo. E' Danilo Biagi, operaio di 24 anni, la vittima di un tragico incidente stradale verificatosi alle prime luci di questa mattina, domenica 15 aprile, sulla provinciale fogliense in località Caprazzino di Sassocorvaro, in un tratto di strada che porta verso Lunano. In prognosi riservata è invece l'amico Patryk Niedzielski, 26 anni, che viaggiava con lui e con il quale stava tornando da una festa a Pesaro: si trova attualmente ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Torrette, dove è stato trasferito in eliambulanza.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Danilo era a bordo della sua Golf quando ne ha perso il controllo in una curva, finendo in una scarpata e andando a sbattere contro una pianta, un pino marittimo nei pressi di una abitazione. Sul posto sono intervenuti il 118, il cui personale si è attivato per rianimare entrambi, i Carabinieri di Piandimeleto e Sassocorvaro, ed i vigili del fuoco del Distaccamento di Macerata Feltria che hanno liberato non senza complicazioni i due amici dalle lamiere della vettura.

Sotto choc tutto il paese di Lunano, dove la vittima viveva con la sua famiglia. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Mauro Dini: "In un pugno di case così ci conosciamo tutti. Sono momenti che colpiscono profondamente il nostro mite quotidiano. Da tempo non avevamo un lutto cittadino di questa portata. Quando sopraggiunge inaspettato ti travolge come un macigno che colpisce in particolare modo i giovani del paese. In questi momenti il silenzio è la cosa migliore oltre la vicinanza alle famiglie, far loro sentire la presenza credibile di noi tutti. Occorre rispetto, un immenso riguardo alle persone che soffrono a cui va tutto il nostro affetto".

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