Perché Prevost ha scelto il nome Leone XIV: il predecessore Leone XIII era noto come “il Papa sociale”

L'ultimo Papa che aveva scelto il nome di Leone aveva regnato a cavallo tra il XIX ed il XX secolo ed è stato il creatore della dottrina sociale della Chiesa, un pontefice attento alle esigenze degli ultimi e che aveva messo al centro della sua azione pastorale i più poveri, con particolare attenzione al mondo del lavoro. È probabile, dunque, che Robert Francis Prevost abbia scelto di chiamarsi Leone XIV in memoria di Leone XIII, Gioacchino Pecci, che guidò la Chiesa dal 1878 al 1903: il suo è stato il pontificato più lungo della storia bimillenaria della Chiesa cattolica.
La sua enciclica più famosa, al punto di essere ricordata ancora oggi, fu la Rerum Novarum, in cui scrisse sulla condizione degli operai, chiedendo agli Stati un maggiore intervento per migliorare le condizioni sociali ed economiche delle classi lavoratrici. Anche per questo Leone XIII è passato alla storia come il "Papa sociale": basti pensare che fino al 1950 la festa dei lavoratori cattolici cadeva il 15 maggio e non il primo maggio, in ricordo della data di promulgazione proprio dell'enclica.
Leone XIII fu un progressista in ambito sociale, ma conservatore in ambito dottrinario: fu contrario alla secolarizzazione della società, aspro nemico della massoneria e difese strenuamente il ruolo della famiglia, davanti alle spinte a favore del divorzio che iniziavano ad essere sempre più forti in tutta Europa. Aveva una fortissima spiritualità, spesso cadeva in estasi e aveva visioni mistiche: fu lui a scrivere la preghiera di esorcismo a San Michele che si recita ancora oggi nelle nostre chiese.
Un profilo, dunque, da progressista moderato, probabilmente simile a quello di Prevost, che ha esperienza di curia, di missione, di vita diocesana, di servizio al proprio ordine. Non stupisce, quindi, che il nuovo Papa abbia scelto proprio Leone XIII quale precedessore a cui ispirarsi.
"La scelta del nome Leone XIV è un riferimento alla moderna dottrina sociale della Chiesa con l'enciclica ‘Rerum Novarum' di papa Pecci ed è pure un riferimento a donne, uomini e lavoratori in un tempo anche di intelligenza artificiale", ha detto anche il direttore della sala stampa della Santa Sede Bruni.