Perché le gemelle Cappa non sono state ancora interrogate per il delitto di Garlasco

Nell’ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco di 18 anni fa sono diversi i nomi tornati sotto i riflettori. C’è naturalmente Andrea Sempio, unico indagato in questo nuovo filone di indagini, ma si parla da settimane anche di altre persone in diversi modi legati a Chiara Poggi all’epoca del delitto.
Da alcuni amici di Andrea Sempio e Marco Poggi (l’attuale indagato, lo ricordiamo, è un amico di vecchia data del fratello della vittima di omicidio), passando per Alberto Stasi – il fidanzato della ragazza poi condannato in via definitiva per il delitto – e le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima. Queste ultime in 18 anni non sono mai state indagate per il delitto di Garlasco: ogni accertamento compiuto ha escluso qualsiasi coinvolgimento nel delitto.
Nelle ultime settimane si sta parlando di nuovo di loro per diversi motivi: sia per le dichiarazioni di un presunto supertestimone che avrebbe raccontato di un episodio che vede protagonista una delle due gemelle il giorno del delitto di Chiara Poggi, per alcuni messaggi che Paola Cappa avrebbe inviato dopo la riapertura delle indagini a un amico, ma soprattutto perché la Procura di Pavia ha disposto che vengano acquisiti anche i dna delle due sorelle (e quello di un amico di Stasi, Marco Panzarasa) per l’incidente probatorio.
In ogni caso, appare evidente in questa fase di indagini che il focus è altrove, tanto che non sarebbe neppure imminente la convocazione delle due gemelle come testimoni. A quanto si apprende, infatti, gli investigatori hanno ultimato la raccolta di testimonianze degli amici di Sempio, mentre per ora non si parla più di un interrogatorio di Paola e Stefania Cappa.
Le “novità” rispetto a Sempio, che martedì scorso per un vizio formale ha scelto di non presentarsi all’interrogatorio che doveva avvenire in contemporanea con quelli di Alberto Stasi e di Marco Poggi, riguardano in questo momento soprattutto l’impronta trovata vicino al corpo di Chiara nella villetta ritenuta riconducibile all’indagato.
Notizia di ieri è anche che su quella traccia i consulenti di Alberto Stasi ritengono sia possibile estrapolare materiale biologico e, quindi, capire se ci sia o meno sangue di Chiara. Come ha infatti spiegato Antonio De Rensis, che con la collega Giada Bocellari difende Stasi, "depositeremo una consulenza finalizzata ad evidenziare una possibile traccia biologica nell'impronta" ritenuta di Sempio. Quell’impronta fu trattata con ninidrina, sostanza che le aveva dato una colorazione particolare.
Sappiamo inoltre che i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano stanno ancora cercando un testo che l’indagato aveva scritto nel 2013 durante un corso di giornalismo, in qualche modo legato al delitto del 2007, e di cui lo stesso 37enne aveva parlato nel corso di una perquisizione. Per avere altre risposte a livello scientifico, comunque, sarà necessario aspettare il 17 giugno, quando comincerà l'incidente probatorio sui reperti mai analizzati oppure riconsiderati oggi con tecniche più sofisticate rispetto a quelle dell’epoca del delitto.