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Perché il MOSE non è stato alzato per proteggere Venezia dall’acqua alta

Francesco Ossola, ingegnere, docente universitario a Torino e “commissario tecnico” del Mose, ha spiegato per quale ragione non sono state alzate le paratie due sere fa per impedire all’acqua alta di sommergere Venezia. L’opera non è ancora conclusa e non sono stati neppure effettuati test e collaudi.
A cura di Davide Falcioni
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Non funziona ancora, nonostante una gestazione lunga quasi 40 anni, né si sa se mai funzionerà correttamente. Il MOSE, acronimo che sta per Modulo Sperimentale Elettromeccanico, è una barriera fra la laguna di Venezia e il Mar Adriatico che avrebbe dovuto evitare gli allagamenti ma che non è stato ancora completato, tra ritardi, scandali giudiziari e miliardi di euro. Francesco Ossola, ingegnere, docente universitario a Torino, è il "commissario tecnico" del Mose e in un'intervista rilasciata al Corriere ha spiegato lo stato dell'opera: "Nel 2019 erano previsti solo dei test di sollevamento che stiamo svolgendo e lo avevamo scritto al ministero delle Infrastrutture lo scorso 10 dicembre. E comunque non siamo certo noi commissari a poter decidere se alzarlo, serve una cabina di regia istituzionale".

Da due giorni il MOSE è al centro delle polemiche. C'è chi ne contesta da sempre la realizzazione, come l'ex sindaco Massimo Cacciari, sostenendo che non è la soluzione all'acqua alta bensì parte del problema. Altri si chiedono come mai non sia mai entrato in funzione e c'è persino chi avrebbe auspicato maggior "coraggio" da parte di Ossola, che avrebbe dovuto alzare le paratie nonostante non si sappia ancora se siano efficaci e non siano stati neppure ultimati i lavori. Il commissario spiega: "Il cronoprogramma prevedeva per quest’anno solo test, bocca per bocca. Dobbiamo tarare le parti meccaniche e il software, che è un aspetto fondamentale. Quando le paratoie si alzano, soprattutto con condizioni estreme di vento come ieri, le onde ci sbattono contro violentemente e tendono ad abbassarle e un software corregge questa situazione e le riporta su, ma deve essere ancora settato. Senza aver finito questi test il rischio è che l’onda le scavalchi, creando dei danni alla città e anche alle paratoie".

Il commissario non avrebbe potuto azionare il Mose non solo perché l'opera non è stata neppure testata, ma anche perché per farlo non è sufficiente pigiare il classico "pulsante rosso". Ci sono iter burocratici da rispettare, enti da coinvolgere e soprattutto personale da formare: "C’è un problema di risorse umane. Per alzarle in modalità manuale servono quattro squadre, una per ogni schiera, di una ventina di persone ciascuna. Noi ne abbiamo una, per ora, che serve per i test. Abbiamo sottoposto al Provveditorato la necessità di reclutare questi tecnici e formarli adeguatamente. Stiamo poi finendo i collegamenti per tutti gli impianti".

L'idea di chiudere le paratie due sere fa sarebbe stata dunque impraticabile. Il MOSE non è ancora completo, non sono stati ancora eseguiti i test né il collaudo finale. La consegna dell'opera è prevista per il 31 dicembre del 2021, salvo nuovi intoppi e ritardi.

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