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Notizie sulla detenzione di Patrick Zaki in Egitto

Patrick Zaki, domani l’udienza: rischia 25 anni di carcere. Montevecchi (M5S): “Siamo preoccupati”

Si terrà domani a Mansura, in Egitto, la seconda udienza del processo a carico di Patrick Zaki, nel quale rischia fino a 25 anni di carcere o addirittura l’ergastolo. Montevecchi (M5S): “Siamo preoccupati, continuare sulla strada della richiesta dell’attivazione della Convenzione Onu contro la tortura. Rassicuriamo Patrick che noi non molliamo”.
A cura di Ida Artiaco
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Si terrà domani la seconda udienza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna in carcere in Egitto da quasi 20 mesi. L'appuntamento è intorno alle 10 quando al tribunale di Mansura cominceranno ad affluire gli avvocati davanti alla Corte d'emergenza. Lo scorso 14 settembre si era tenuta la prima udienza, che, dopo essere durata 5 minuti, è stata aggiornata proprio al 28 settembre. Il ragazzo in quell'occasione era apparso ammanettato.

Cosa rischia Patrick Zaki domani

Come confermato su Twitter dal sito libanese Daraj per cui Patrick scrisse nel 2019 sulle persecuzioni terroristiche e discriminazioni sociali della minoranza cristiana in Egitto, le accuse a suo carico sono "pubblicazione di notizie e false comunicazioni atte a minare la pace sociale, appello al rovesciamento del regime al potere, istigazione a commettere un reato di terrorismo e uso della violenza, oltre ad altri reati". Si tratta di accuse che gli fanno rischiare 25 anni di carcere o addirittura l'ergastolo, secondo valutazioni concordanti di esperti di Amnesty International e fonti giudiziarie egiziane.

Montevecchi: "Attivare la Convenzione Onu contro le torture"

"Attendiamo tutti con grande ansia l'udienza di domani", ha commentato la senatrice Michela Montevecchi, capogruppo M5s in commissione straordinaria Diritti Umani e prima firmataria della mozione per l'attivazione della Convenzione Onu contro la tortura nei confronti dell'Egitto, durante il presidio di Amnesty International a Bologna, alla vigilia dell'udienza di Patrick Zaki. "Le notizie contrastanti emerse nei giorni scorsi riguardo i capi d'imputazione di Patrick non ci tranquillizzano, anzi – ha continuato -. Mi convincono ancor più che è il caso di continuare sulla strada della richiesta dell'attivazione della Convenzione Onu contro la tortura. Al di là della necessaria azione di sensibilizzazione, bisogna tuttavia procedere con l'unica strada giuridica che potrebbe favorire concretamente – per esempio – la richiesta di applicazione di misure di sicurezza alternative alla detenzione in questa fase del processo e chiedere che sia garantito il diritto a un giusto ed equo processo secondo gli standard internazionali. Il governo si era impegnato a valutare lo strumento della Convenzione ma la risposta che ne è seguita non mi soddisfa pienamente. Per questa ragione depositerò un’altra interrogazione al fine di promuove ulteriori valutazioni in seno al Governo. Nel frattempo stasera sono qui, in Piazza Maggiore a Bologna, per unire la mia voce a quella dei miei concittadini e rassicurare Patrick che noi non molliamo".

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