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Patatine fritte in busta per i bimbi all’asilo: mamme in rivolta a Prato

Per le feste di Natale, il Comune di Prato ha deciso di istituire un menù speciale che include anche il particolare contorno, giudicato troppo calorico dai genitori. La scuola materna si difende: “E’ un prodotto di qualità, ed è solo per un periodo limitato”. Ma le mamme non vogliono sentire ragioni.
A cura di Biagio Chiariello
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Le patatine fritte confezionate, si sa, sono uno dei ‘junk food’ (il cosiddetto ‘cibo spazzatura’) di cui i bambini vanno più ghiotti. Da mercoledì scorso i piccoli alunni della materna comunale e statale a Prato hanno pranzato con ravioli burro e salvia, scaloppine di pollo all’arancia, e panettone. In più, hanno potuto gustare le patatine di una nota azienda italiana. Si tratta di Un menù “speciale” che l’istituto ha pensato per le festività. Ma la scelta è stata duramente contestata dalle mamme, nonostante la ‘pietanza della discordia’, come scrive Il Tirreno, sia distribuito in quantità moderata ai bambini. I genitori si sono rivolti all’associazione Chiediamo Asilo, che si batte per la qualità dei pasti nelle scuole, spiegando che quelle buste di patatine “saranno certamente un buon prodotto, ma da un punto di vista dietetico per i bambini sono uno degli esempi da evitare e che dunque anche una deroga natalizia ha un impatto negativo sui bambini e le loro famiglie”. Soprattutto, hanno aggiunto i genitori, “vanifica il lavoro degli specialisti che da sempre raccomandano alle mamme di evitare quegli elementi che la società del ‘fast-food’ ha reso celebri”. Insomma, zero patatine fritte in busta. Neanche se si tratta solo di uno strappa alla regola.

Sulla questione è intervenuta l’assessore Mariagrazia Ciambellotti che dalle pagine del Tirreno ha parlato della patatine in busta come di un “prodotto di qualità il cui apporto calorico s’inserisce in un regime dietetico equilibrato”. Peraltro, come accennato, si trattava di una marca nota, non un prodotto scadente, si difende il Comune di Prato. L’assessore ha aggiunto che “tutti i menù sono elaborati dalle nostre dietiste e sottoposti all’approvazione dell’Asl. La scelta delle patatine, che comunque vengono date a mensa soltanto una volta l’anno e in pochissime quantità, è stata ponderata sulla base della qualità e varietà degli alimenti”. Ma alle mamme dà ragione lo psicologo. “Nel caso della materna di Prato vedo il problema soprattutto culturale. – spiega Paolo Fuligni, psicologo e psicoterapeuta – E’ passato, purtroppo, un messaggio di conferma di un costume alimentare-commerciale che la scuola invece dovrebbe combattere. Credo dunque che le mamme abbiano ragione”.

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