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Papà muore di Coronavirus, mamma malata: quarantena in hotel da solo per un bambino di 5 anni

I genitori di Andrea (nome di fantasia) si sono ammalati di Covid 19: il papà non ce l’ha fatta, la mamma è appena tornata a casa ed ora finalmente può riabbracciare il suo bambino, ospitato da un albergo di lusso ad Ancona. La sindaca Mancinelli sui social: “Una storia di dolore, amore e solidarietà. Buona vita”
A cura di Biagio Chiariello
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I genitori si sono ammalati di Coronavirus e il bimbo di 5 anni è rimasto praticamente da solo. Una storia triste, ma anche di grande solidarietà quella raccontata su Facebook dalla sindaca di Ancona Valeria Mancinelli. Il piccolo ora si trova all'Hotel Seaport per la quarantena. Il padre purtroppo, non ce la fa. La madre, invece, è guarita ed ora può riabbracciare il suo figlioletto.

Insieme all'assessore ai Servizi sociali Emma Capogrossi, la prima cittadina del capoluogo marchigiano ha raccontato i dettagli di quella che definisce "una storia emblematica di questa emergenza, di dolore ma anche di solidarietà, di cura e di amore". Andrea (nome di fantasia), negativo al tampone, ha trascorso la quarantena in "uno spazio bello, una grande stanza", al Seeport Hotel, uno degli alberghi di lusso della città, messo a disposizione gratuitamente dal titolare: "garantiscono tutta la sicurezza possibile e gli cucinano i suoi piatti preferiti". La Mancinelli ha posta anche la foto di un grande lenzuolo con una scritta di benvenuto per la mamma, appeso dai vicini fuori del palazzo dove la famigliola abita. “Quel lenzuolo steso al balcone dice che ora mamma e piccolo posso abbracciarsi – conclude la sindaca -. E dice anche che in questa immane tragedia l'umanità può dare il meglio di se stessa”.

Voglio raccontarvi la storia della foto – racconta su Facebook la sindaca Valeria mancinelli insieme all'assessore ai servizi sociali Emma Capogrossi – Perché è una storia emblematica di questa emergenza, di dolore ma anche di solidarietà, di cura e di amore. Riavvolgo il nastro. Qualche settimana fa Amel si ammala seriamente di Covid-19, insieme al marito. Finiscono entrambi in ospedale a Torrette, e rapidamente in terapia intensiva. Con loro hanno un bambino di 5 anni (lo chiamerò Andrea, un nome di fantasia), non hanno parenti a cui lasciarlo all'improvviso. Bisogna trovare una sistemazione per lui. Andrea risulta negativo al tampone ma deve stare in quarantena. Ci attiviamo con i nostri servizi sociali ma non è facile; non possono prenderlo in carico le normali strutture che accolgono minori, c'è un serio rischio contagio. Si offre di farlo il Seeport Hotel ❤️. Gratuitamente. Gli riservano uno spazio bello, una grande stanza. Garantiscono tutta la sicurezza possibile e gli cucinano i suoi piatti preferiti. Lo accudiamo anche noi, arrivano dispositivi ma anche vestiti, lo facciamo giocare e riflettere con i nostri operatori e i nostri servizi. L'hotel riserva anche noi una stanza comunicante così non lo lasciamo mai, giorno e notte: è un bambino che si ritrova all'improvviso senza mamma e papà, solo, in un contesto nuovo. Il papà non ce la fa, purtroppo. Amel invece dopo un duro periodo di terapia intensiva, guarisce. Andrea non risulterà mai contagiato e sta benissimo. Quel lenzuolo steso al balcone dice che ora mamma e piccolo posso abbracciarsi. Forte. E dice anche che in questa immane tragedia l'umanità può dare il meglio di se stessa: dai medici e gli infermieri che combattono ogni giorno per tutti noi, al titolare del Seeport che ha fatto questo gesto anche se l'immagine di questa specie di peste poteva intaccare quella della sua attività, ai nostri operatori che non si sono rassegnati a costruire per Andrea un percorso di serie B, ad un palazzo intero che accoglie il ritorno di una mamma come una vittoria per tutti. È un bell'insegnamento. Buona vita Amel, buona vita Andrea".

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