110 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Palermo, tratta di migranti e traffico di armi e diamanti: 17 arresti

I carabinieri hanno scoperto una organizzazione criminale che aveva rapporti con Cosa nostra, a cui vendeva armi, e col gruppo paramilitare albanese Nuovo UCK. I gruppo gestiva un lucroso traffico di esseri umani sula rotta balcanica ma anche il traffico di armi da guerra e il riciclaggio di denaro, oro e diamanti.
A cura di Antonio Palma
110 CONDIVISIONI
Immagine

Erano in grado di gestire un lucroso traffico di migranti vero le coste italiane ma durante la tratta di esseri umani erano dediti anche al traffico di armi da guerra e al riciclaggio di denaro sporco, diamanti e oro. È l'organizzazione criminale scoperta dai carabinieri di Palermo dopo una complessa e lunga indagine investigativa che nelle prime ore della mattinata di lunedì ha portato all'arresto di 17 persone in tutta Italia, accusate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, al traffico di armi da guerra e al riciclaggio. Secondo l'inchiesta, l'organizzazione era divisa in due gruppi che agivano sia in Italia che all'estero, in particolare Svizzera e Kosovo, riuscendo ad esser attiva in molteplici traffici attraverso rapporti diretti con Cosa nostra, a cui vendeva armi, e col gruppo paramilitare albanese Nuovo Uck.

In particolare i fermati avrebbero gestito i viaggi dei migranti sulla rotta balcanica attraverso l'Italia per far arrivare poi decine di persone in Svizzera e nel nord Europa. La struttura criminale, che faceva capo ad indagati residenti a Palermo ma attiva anche nelle provincie di Sondrio, Como, Pordenone e Siena, oltre che in Svizzera, Germania, Macedonia e Kosovo, faceva arrivare i migranti in Sicilia con regolare permesso di soggiorno attraverso finte società create a Palermo per estradarli poi all'estero grazie ad una rete di contatti e complici. Ogni migrante pagava all’organizzazione criminale settemila euro per avere documenti in regola attraverso un sistema per truffare la normativa sui flussi migratori della legge Bossi-Fini creato con una società finta che chiedeva l’arrivo di lavoratori dalla Macedonia e dal Kosovo.

Non solo, per i pm palermitani Giorgia Spiri, Geri Ferrara e Carlo Marzella coordinati dall’aggiunto Marzia Sabella, l'organizzazione si occupava anche del traffico di armi e sigarette dal Kosovo del riciclaggio di denaro proveniente dagli assalti ai bancomat e di diamanti e oro provento di furto. Proprio dalla scoperta della vendita di armi alle organizzazioni mafiose storiche, nel 2016, era partita l'inchiesta degli inquirenti  che solo successivamente ha portato alla scoperta degli altri traffici gestiti dal gruppo criminale di cui fanno parte sia cittadini italiani, sia albanesi e macedoni.

110 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views