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Blitz antimafia, in manette anche fedelissimo di Messina Denaro: “Doveva recuperare tesoro da 12 milioni”

I militari del nucleo investigativo di Trapani e di Palermo hanno eseguito un maxi blitz antimafia che ha portato all’arresto di 11 persone. Tra loro anche Salvatore Angelo, fedelissimo di Matteo Messina Denaro.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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I militari del nucleo investigativo di Trapani e di Palermo hanno eseguito in un'ordinanza in materia di misure cautelari emessa dal Tribunale di Palermo per 11 persone. In 6 sono state destinatarie della custodia cautelare in carcere e 5 della misura degli arresti domiciliari. Tutti sono indagati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d'asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio in concorso con 12 persone destinatarie di informazioni di garanzia.

Secondo l'inchiesta, gli indagati gestivano il business della rete elettrica sull'isola di Favignana nel Trapanese e avevano investito i proventi delle attività illecite in una rete di supermercati nella Sicilia occidentale. I prestanome erano due cittadini palermitani.

Con il blitz, i carabinieri di Trapani hanno messo nel mirino anche un famoso clan mafioso di Salemi, compromettendo i suoi affari. Undici persone sono state arrestate tra Trapani, Palermo, Como e Rimini in esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Maurizio De Lucia.

Chi sono le 11 persone arrestate

Tra gli arrestati c'è Salvatore Angelo, 75enne imprenditore di Salemi e fedelissimo di Matteo Messina Denaro. L'uomo, già condannato per mafia e uscito dal carcere nel 2019, aveva ripreso il suo ruolo al servizio di Cosa Nostra, soprattutto nel riciclaggio di denaro. Al centro delle indagini vi sarebbe un tesoro milionario depositato nel conto di una filiale di Francoforte della Deutsche Bank.

Il denaro sarebbe stato parte del tesoro di esponenti mafiosi palermitani scalzati da Totò Riina. Dopo la sua morte nel 2017, quei boss sono tornati a Palermo con l'obiettivo di recuperare il denaro mai sequestrato. Salvatore Angelo avrebbe dovuto provare a recuperare la prima tranche di soldi, 12 milioni di euro, dal conto tedesco.

Con Salvatore Angelo, è stato fermato anche Giuseppe Burrafato, che avrebbe trasferito i 12 milioni di euro dalla Deutsche Bank a un conto Hsbc, sempre a Francoforte. Burrafato è stato intercettato mentre parlava di altre due operazioni di riciclaggio da 4,9 e 38 milioni di euro. Stando alle indagini, Burrafato avrebbe incontrato Paolo Nirta, reggente della ‘ndrangheta. L'incontro sarebbe avvenuto nel 2020 con l'obiettivo di realizzare affari, tra cui il cambio di un ingente quantitativo di vecchie lire.

Angelo godeva di un "nulla osta a 360 gradi" che gli permetteva di muoversi liberamente in Sicilia. Secondo la Procura, questo permesso gli sarebbe stato accordato grazie agli agganci con Matteo Messina Denaro.

Salvatore Angelo è stato arrestato e posto ai domiciliari, mentre Burrafato è indagato a piede libero.

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