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Palermo, sindaco di Giardinello indagato per corruzione, favori a ex finanziere e a dipendente comunale

Divieto di dimora per il sindaco Antonino De Luca. Misura cautelare anche per un ex finanziere e un dipendente pubblico.
A cura di Biagio Chiariello
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Corruzione per l’esercizio della funzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Queste le accuse che questa mattina, 9 dicembre, hanno portato i Carabinieri della Compagnia di Partinico, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, ad eseguire un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti del sindaco di Giardinello, Antonino De Luca, di un ex finanziere già condannato per favoreggiamento alla mafia e di un dipendente comunale di un altro comune.

Per il primo cittadino è scattato il divieto di dimora nel Comune di residenza (dove appunto il sindaco esercita il mandato).

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, sono scattate a gennaio del 2020 e sono andate avanti sino a giugno scorso anno (mese in cui De Luca è stato rieletto sindaco) dopo alcune anomalie riscontrate nella trattazione di una pratica amministrativa; avrebbe consentito di documentare una gestione della cosa pubblica condizionata da presunte logiche clientelari e lontane dal perseguimento dell’interesse pubblico, permettendo, inoltre, di ricostruire la condotta infedele di un agente di polizia municipale (indagato ma non destinatario delle odierne misure cautelari).

Secondo l'accusa, De Luca  avrebbe istigato l’agente della municipale a redigere un falso verbale di accertamento per iscrizione anagrafica, in modo che all'ex finanziere (condannato per essere stato una "talpa della mafia"), venisse accettata l’istanza indirizzata all’Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Palermo per la cancellazione di un debito giudiziario di oltre 200 mila euro.

L’ex finanziere avrebbe prodotto una falsa attestazione di trasferimento di residenza e una dichiarazione di formazione di un nuovo nucleo familiare a reddito zero. In questa maniera avrebbe ottenuto la remissione debito.

Il gip ha disposto il sequestro di 200 mila euro. Le indagini avrebbero fatto anche emergere l'esistenza di un presunto accordo corruttivo tra il sindaco e un dipendente di un Comune limitrofo. Quest'ultimo avrebbe promesso al sindaco di Giardinello l’appoggio politico tramite una sua parente, già consigliera comunale, in cambio della promessa della stipula di una convenzione di 18 mesi con il Comune d'appartenenza. In questa maniera il dipendente avrebbe ottenuto il trasferimento e un contratto a tempo pieno.

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