video suggerito
video suggerito

Padre a processo per l’omicidio del figlio a Novara: in aula l’abbraccio con la moglie, madre della vittima

Si è aperto a Novara il processo per l’omicidio di Nicolò Borghini, ucciso dal padre Edoardo a fucilate il 19 gennaio a Ornavasso. In aula, primo incontro tra i due dopo la tragedia: la moglie, madre della vittima, non si è costituita parte civile ma parteciperà al percorso di giustizia riparativa.
A cura di Biagio Chiariello
11 CONDIVISIONI
La vittima Nicolò Borghini
La vittima Nicolò Borghini

Si è aperto questa mattina, davanti alla Corte d’assise di Novara, il processo a carico di Edoardo Borghini, 64 anni, accusato di omicidio volontario per la morte del figlio Nicolò, 34 anni, avvenuta la sera del 19 gennaio 2025 nella villetta di famiglia a Ornavasso, nel Verbano-Cusio-Ossola. L’uomo, dopo il delitto, aveva chiamato i carabinieri e da allora si trova ai domiciliari presso l’abitazione di un familiare.

In aula, al suo fianco, c’erano alcuni parenti, tra cui la moglie e madre della vittima. Al termine dell’udienza, i due si sono abbracciati, commossi, in un gesto che ha colpito i presenti: era il loro primo incontro dopo quella tragica notte. La donna, rappresentata dall’avvocata Maria Grazia Medali, ha annunciato la decisione di non costituirsi parte civile, spiegando di non volere alcun risarcimento poiché “nulla potrà restituirle il figlio”. Sarà comunque parte offesa nel processo e verrà ascoltata durante la fase istruttoria.

La donna ha inoltre dato il consenso al percorso di giustizia riparativa, richiesto dal legale dell’imputato, l’avvocato Gabriele Pipicelli. La Corte ha accolto l’istanza, che potrebbe comportare il riconoscimento di un’attenuante. L’accesso al programma avverrà dopo la fase istruttoria, durante la quale saranno sentiti i testimoni: oltre alla moglie e alla cognata di Borghini, presenti in casa al momento dell’omicidio, saranno ascoltati parenti, vicini di casa, il datore di lavoro della vittima e gli operatori intervenuti quella sera. Le prossime udienze sono state fissate per il 14 novembre e per altre tre date tra la fine di novembre e la prima metà di dicembre.

Nicolò Borghini, il 34enne ucciso dal padre a Ornavasso (Verbania)
Nicolò Borghini, il 34enne ucciso dal padre a Ornavasso (Verbania)

Secondo la ricostruzione dell’accusa, la tragedia si sarebbe consumata al culmine di una violenta lite familiare. Quella sera Nicolò, tornato a casa in evidente stato di alterazione, avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente i genitori per motivi futili, lamentandosi tra le altre cose del portone del garage trovato chiuso. Il padre, esasperato e impaurito per l’incolumità della moglie, avrebbe impugnato il fucile da caccia e sparato due colpi a distanza ravvicinata, uccidendo il figlio sul colpo.

L’autopsia ha confermato che Nicolò Borghini aveva nel sangue un tasso alcolemico di 2,43 grammi per litro, compatibile con uno stato di forte ebbrezza e comportamento aggressivo. Nella scheda di soccorso del 118 sono stati documentati segni di violenza anche sulla madre: una ferita alla palpebra, ecchimosi all’orbita, un morso sull’avambraccio sinistro, lividi su una coscia e tracce di sangue coagulato sul collo.

La difesa sostiene che Edoardo Borghini abbia agito per proteggere la moglie da un’aggressione. “Era una situazione estrema, di paura e disperazione”, ha dichiarato l’avvocato Pipicelli, sottolineando che l’imputato “non cercava lo scontro, ma tentava di difendere la propria famiglia”. Dopo il delitto, l’uomo avrebbe consegnato spontaneamente l’arma ai carabinieri e ammesso subito le proprie responsabilità.

In attesa dell’esito del processo, Borghini ha risarcito la moglie, cedendole l’intera proprietà della casa di Ornavasso, mentre gli altri congiunti della vittima hanno rifiutato qualsiasi compensazione economica.

11 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views