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Ordinanza per uccidere l’orso, Legambiente denuncia il Presidente della Provincia di Trento

“Gli orsi non possono essere condannati a morte per il fatto di essere orsi, ancor meno giusto è che diventino oggetto di vendette” spiegano da Legambienete secondo cui la delibera del presidente Fugatti viola le norme nazionali e internazionali. Contro l’abbattimento si schierano anche i due uomini aggrediti.
A cura di Antonio Palma
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“La delibera del presidente Fugatti viola le norme nazionali e internazionali sulla tutela della fauna specialmente protetta e interpreta in maniera estensiva la possibilità di intervenire con azioni di controllo volte a risolvere i problemi e/o limitare i rischi connessi alla presenza di un orso problematico, poiché non spetta alla provincia decidere il tipo di intervento.” Così Legambiente ha annunciato la decisione di denunciare il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, per l'ordinanza con la quale dà mandato al Corpo Forestale provinciale di abbattere l’orso che alcuni giorni fa ha attaccato e ferito due uomini, padre e figlio sul Monte Peller, in valle di Non.

“Legambiente ha dato mandato ai suoi legali di denunciare il presidente protempore della provincia di Trento per i reati previsti dall’art.56 del codice penale (delitto tentato) e dall’art. 544 bis codice penale (uccisione senza necessità)” hanno annunciato dall’associazione animalista, spiegando: “Gli orsi non possono essere condannati a morte per il fatto di essere orsi, ancor meno giusto è che diventino oggetto di vendette. L’uomo non può equiparare il rischio, e le responsabilità conseguenti, dovute a malfunzionamenti e/o errori in opere e azioni umane, con il rischio intrinseco presente nel vivere, pensando di eliminare questo rischio o, peggio, scaricandolo su altri (vedi enti gestori di aree naturali) o, ancor peggio nel caso degli animali, autorizzando vere e proprie vendette. Negli animali l’effetto sorpresa produce sempre una reazione di spavento e difesa, non paragonabile con aggressività”.

Contro l’abbattimento si schierano anche i due uomini aggrediti pur chiedendo un maggiore controllo della popolazione animale. “Sia io e mio padre siamo contrari all’abbattimento. Noi vogliamo sicuramente una gestione dell’orso più pulita possibile, ma ora va necessariamente gestito perché purtroppo nella nostra zona la popolazione degli orsi è satura rispetto al nostro territorio, si stanno spostando sempre più in paese, si ripetono gli avvistamenti frequenti vicino alle case” ha dichiarato infatti al Corriere della Sera Christian Misseroni, il 28enne assalito dall’orso mentre era col padre.

“Io ero a 200 metri dalla strada principale alle 17 di pomeriggio, vestito con colori vivaci, jeans e scarponi gialli, senza macchina fotografica, nulla che incentivasse un attacco! Sotto di me passava un piccolo sentiero, quindi cosa dovevamo fare… Io non voglio assolutamente abbatterli gli orsi, ma vanno gestiti in un modo pulito rispettando le loro vite… Ma fare qualcosa va fatto” ha aggiunto il 28enne , concludendo: “Purtroppo però ora è una questione politica, noi non possiamo molto. Tanti animalisti mi stanno attaccando, accusandomi della futura morte dell’orso…. Tutto ciò mi distrugge, non possiamo fare nulla noi”.

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