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Operazione contro la ‘ndrangheta: 63 arresti e 250 indagati da Nord a Sud

I carabinieri di Cosenza hanno arrestato presunti appartenenti a sette cosche protagoniste, negli anni, di una lunga guerra di mafia. Tra di loro gli autori di numerosi omicidi. Gli arresti non solo in Calabria ma anche in altre regioni d’Italia.
A cura di Susanna Picone
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I carabinieri di Cosenza hanno arrestato presunti appartenenti a sette cosche protagoniste, negli anni, di una lunga guerra di mafia. Tra di loro gli autori di numerosi omicidi. Gli arresti non solo in Calabria ma anche in altre regioni d’Italia.

Una grande operazione, quella portata a termine questa mattina all’alba dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Ros e coordinata dalla Dda di Catanzaro, che ha consentito di fermare una vasta area appartenente alla ‘ndrangheta che operava non solo in Calabria ma anche in altre regioni d’Italia. Sono state eseguite 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere, in manette sono finiti presunti appartenenti alle cosche della criminalità organizzata calabrese ed altri aventi diramazioni in altre regioni, dal Lazio, alla Lombardia e al Veneto. Oltre ai 63 arresti altre 250 persone restano indagate nell’inchiesta. Le persone arrestate sono accusate di associazione mafiosa, omicidi, usura ed estorsione.

Sequestrati beni per 15 milioni di euro, sette le cosche smantellate – L’operazione, chiamata “Tela di ragno”, ha messo al lavoro circa 500 militari, elicotteri e unità cinofile e ha condotto anche al sequestro di beni mobili e immobili per un valore di 15 milioni di euro.  Gli investigatori sono riusciti a smantellare, attraverso questa operazione, sette cosche della ‘ndrangheta attive nell’area del Tirreno cosentino e aventi legami anche con altre regioni italiane. Si tratta dei Lanzino-Lociceno di Cosenza, i Muto di Cetraro, Scofano-Mastallo-Ditto-La Rosa e Serpa di Paola, Calvano e Carbone di San Lucido e Gentile-Besalvo di Amantea.

In manette gli autori di numerosi omicidi – Questi gruppi criminali avrebbero messo le mani su numerosi appalti pubblici, in particolare nella zona tirrenica e, secondo gli investigatori, ci sarebbero tra di loro gli autori di alcuni delitti, omicidi e attentati compiuti nell’ambito delle guerre tra le cosche, che risalgono al periodo tra il 1999 e il 2004. Secondo quanto è stato ricostruito le cosche di Cosenza avevano deciso di mettere fine alla guerra tra i diversi clan ma qualcuno si era opposto a questa disegno per cui la tregua durò ben poco. In totale sono stati ricostruiti 12 omicidi e tre tentati omicidi. Gli investigatori sono infatti convinti che, oltre ai delitti risalenti a quel periodo, tra gli indagati di oggi ci sarebbero gli autori di altri tre omicidi, uno avvenuto nel 1979, uno del 1993 e un ultimo del 2008.

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