46 CONDIVISIONI

Omicidio Simonetta Cesaroni: 24 anni a Raniero Busco

Raniero Busco è stato condannato a 24 anni di carcere per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, la ragazza barbaramente uccisa il 7 agosto del 90 in via Poma.
A cura di Alfonso Biondi
46 CONDIVISIONI
Simonetta Cesaroni

Dopo una condanna e 12 rinvii a giudizio per il caso Cucchi, oggi è stato il giorno del giallo di via Poma.  Si è tenuta oggi, infatti, l'ultima udienza del processo per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, forse ultimo capitolo del giallo che è iniziato il 7 agosto del '90 con la cruenta uccisione della giovane donna. La corte presieduta da Evelina Canale ha condannato Raniero Busco, ex fidanzato della ragazza, a 24 anni di reclusione e ha disposto che l'uomo risarcisca le parti civili in separata sede assegnando una provvisionale immediatamente esecutiva di 100 mila euro per la sorella di Simonetta e di 50 mila per la madre. Per il pm Ilaria Calò, che in fase di requisitoria aveva chiesto l'ergastolo, costituiscono prove decisive la compatibilità del Dna di Busco con quello trovato sul reggiseno e sul corpetto di Simonetta e il morso sul seno destro di Simonetta, corrispondente all'arcata di Busco.

Alla lettura della sentenza Busco è stato colto da un malore; la moglie lo ha sorretto per qualche attimo, prima che il fratello Paolo lo portasse via dall'aula. L'avvocato di Busco ha commentato con molta delusione la sentenza: "E' una sentenza che non ci aspettavamo, non ce l'aspettavamo nè noi avvocati nè tantomento Raniero. Leggeremo con attenzione le motivazione, poi sicuramente ricorreremo in appello". L'avvocato ha anche sottolineato che 3 ore di camera di consiglio, per un caso di questa delicatezza, sono oggettivamente poche.

Raniero Busco era l'unico imputato del processo per l'omicidio di Simonetta Cesaroni del 7 agosto 1990. Chi sentì la notizia allora può certamente ricordare l'efferatezza dell"esecuzione: 29 coltellate inflitte con crudele accanimento, col corpo della giovane che giaceva a terra in una pozza di sangue. Il corpo fu ritrovato in via Poma, via che ha dato il nome a quello che viene considerato un vero e proprio giallo. Simonetta si trovava lì perché ci lavorava; era impiegata, infatti, presso l'Associazione Italiana Alberghi della Gioventù. Il suo cadavere era nell'ultima stanza dell'appartamento, appartamento che fu chiuso dall'assassino con quattro mandate dal suo assassino.

46 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views