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Omicidio Elisa Pavarani, la Cassazione: confermati 30 anni per l’ex Luigi Colla

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna a 30 anni di carcere per Luigi Colla, l’uomo che a Parma uccise a coltellate l’ex fidanzata Elisa Pavarani, 39 anni, che lo aveva lasciato. I giudici: “Delitto premeditato. Colla si era preparato “psicologicamente” a uccidere Elisa con l’assunzione di medicinali, stupefacenti e alcol. Se avesse cambiato idea l’avrebbe risparmiata”.
A cura di Angela Marino
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La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna a 30 anni di carcere per Luigi Colla, l'uomo che a Parma uccise a coltellate l'ex fidanzata Elisa Pavarani, 39 anni, che lo aveva lasciato. Colla, che per i giudici avrebbe premeditato e pianificato il delitto nei minimi dettagli, ha scelto di essere giudicato in rito abbreviato, decisione che gli ha garantito lo sconto di un terzo delle pena.

Colla, infatti, rischiava l'ergastolo. Il delitto è andato in scena il 10 settembre 2016 nell'appartamento in largo Carli, nella zona di via Sidoli, a Parma, dove il 45enne aveva attirato Elisa con il pretesto di consegnarle le ultime cose lasciate in casa. Elisa Pavarani, fu aggredita alle spalle con un coltello e colpita cinque volte al torace e all'addome, con fendenti mortali. Dopo l'aggressione Colla è uscito in sella alla sua bicicletta per poi essere rintracciato a notte fonda dai carabinieri a pochi chilometri di distanza da casa. Secondo la sentenza arrivata a quattro anni dai fatti, Colla avrebbe pianificato l'assassinio:

“La decisione di uccidere la Pavarani – scrivono i giudici del Palazzaccio – era già stata presa alcuni giorni prima da Colla, tanto che per la sua attuazione l’imputato aveva convinto la vittima a un incontro nell’abitazione di Parma e si era preparato “psicologicamente” con l’assunzione di medicinali, stupefacenti e alcol; Colla, quindi, aveva deciso di uccidere la donna ma, contestualmente, aveva programmato di non ucciderla se quell’incontro l’avesse indotta a mutare la decisione di interrompere la relazione, già adottata in precedenza e a lui manifestata”.

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