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Omicidio di San Martino di Lupari, l’anziana uccisa dalla figlia con un piatto di ceramica

Diletta Miatello, ex vigilessa di San Martino di Lupari (Padova), avrebbe ucciso la mamma Maria Angela Sarto colpendola con un piatto in ceramica commemorativo.
A cura di Davide Falcioni
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Diletta Miatello, ex vigilessa di San Martino di Lupari (Padova), avrebbe ucciso la mamma Maria Angela Sarto colpendola con un piatto in ceramica commemorativo. Secondo gli inquirenti sarebbe questa l'arma del delitto utilizzata dalla donna. I carabinieri della scientifica hanno recuperati tutti i frammenti che verranno poi incollati uno a uno per ricostruire il piatto.

Nel frattempo la Procura, attraverso il pm Marco Brusegan titolare delle indagini, ha ordinato al medico legale Rafi El Mazloum di analizzare le ferite riportate da Giorgio Miatello di 89 anni. L'anziano, colpito con un vaso d ceramica, è ancora ricoverato nella Clinica Medica 5 dell'Ospedale di Padova e le sue condizioni sono in miglioramento. Ma gli inquirenti vogliono accertare se le ferite inferte dalla figlia potevano essere mortali. Diletta infatti è anche accusata di tentato omicidio.

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri di Cittadella quando l'ex agente della municipale di Asolo è entrata nella casa dei genitori, tra la sera di Santo Stefano e le prime ore del mattino del 27 dicembre, si sarebbe avventata per prima sul padre. Giorgio, a causa di un problema di deambulazione, dormiva al piano terra. Diletta avrebbe afferrato un vaso in ceramica e lo avrebbe colpito alla testa. Poi con un coccio, usato come una lama, gli avrebbe causato  ferite su gran parte del corpo.

Dopo aver indossato dei guanti in lattice la vigilessa avrebbe raggiunto la camera da letto al primo piano della madre, Maria Angela Sarto, di 84 anni, colpendola alla testa con un pesante piatto commemorativo in ceramica. Poi la avrebbe avvolta con il piumino per cercare di sbarazzarsi del corpo. L'anziana, come è emerso dall'autopsia, è deceduta dopo diverse ore per dissanguamento.

Secondo gli inquirenti il movente del delitto sarebbe economico. La donna è detenuta in una cella del carcere femminile di Montorio Veronese, dove è sorvegliata a vista per impedire eventuali gesti estremi.

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