Omicidio barista sul Piave, l’assassino: “Non la conoscevo, ma sentivo l’impulso di ucciderla”

"Le ho staccato l'orecchio per avere un trofeo. Volevo qualcosa che me la ricordasse". Così, ha provato in qualche modo a spiegare l'omicidio e soprattutto il barbaro gesto compiuto Fabrizio Biscaro, il 34enne reo confesso dell'omicidio della barista Elisa Campeol, di Pieve di Soligo, uccisa a colpi di coltello, nella tarda mattinata di mercoledì, mentre prendeva il sole sul greto del fiume Piave, nel parco dell’isola dei Morti, a Moriago della Battaglia. Oggi il 34enne è recluso nel carcere di Santa Bona con l’accusa dell’omicidio volontario premeditato ed è probabile che nei prossimi giorni sarà trasferito in una struttura di salute mentale specializzati: sarà sottoposto a perizia psichiatrica in incidente probatorio. "Sentivo l’impulso a fare del male. Sono andato all’Isola del Morti, ho visto quella ragazza e l’ho uccisa. Non la conoscevo ma dovevo farlo", ha detto ancora l'uomo agli inquirenti, spiegando di aver acquistato un coltello al supermercato e di aver vagato per più di 24 ore prima di colpire, provando a reprimere quell'impulso omicida che gli bruciava dentro.

Ma il pm Gabriella Cama è convinta che vittima e carnefice si conoscessero. L'ipotesi è che in precedenza ci sarebbero stati contatti online. E a favore della tesi della premeditazione la scelta di parcheggiare l'auto lontano dal luogo del delitto e l'acquisto di generi alimentari per passare la notte fuori. Oltre che l'arma del delitto, il coltello che avrebbe poi consegnato ai carabinieri: "Dopo averla uccisa non ricordo bene cos’è successo, solo che mi sono trovato davanti alla caserma e mi sono costituito". Biscaro ha rivelato di aver visto alcune persone nel parcheggio del parco: "Ho aspettato che se ne andassero. Poi mi sono incamminato nella vegetazione fino a quando ho visto la sagoma della ragazza". Elisa non lo ha visto neanche arrivare, quando le è salito sopra, l’ha bloccata e ha continuato a colpirla ripetutamente, così violentemente da rimanere lui stesso ferito dalla lama.