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Omicido Elisa Campeol, il killer le ha mozzato un orecchio e lo ha portato ai carabinieri come prova

La macabra sequenza di cui si è reso protagonista Fabrizio Biscaro, il 34enne reo confesso dell’omicidio di Elisa Campeol mentre la donna prendeva il sole sul greto del fiume Piave, nel parco dell’isola dei Morti. L’uomo ha confermato che non conosceva la vittima e che l’avrebbe scelta a caso per soddisfare il suo crescente desiderio di fare del male a qualcuno.
A cura di Antonio Palma
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Prima l'ha uccisa sferrandole oltre venti coltellate e poi si è accanito sul suo corpo mozzandole anche un orecchio che infine ha portato ai carabinieri pensando che solo così avrebbero potuto credergli quando ha confessato l'omicidio di Elisa Campeol. È la macabra sequenza di cui si è reso protagonista Fabrizio Biscaro, il 34enne reo confesso dell'omicidio della barista di Pieve di Soligo, barbaramente uccisa a colpi di coltello, nella tarda mattinata di mercoledì, mentre prendeva il sole sul greto del fiume Piave, nel parco dell’isola dei Morti, a Moriago della Battaglia. L'episodio, riportato dalla Tribuna di Treviso, è stato confermato all'Ansa da fonti investigative.

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Cosa abbia spinto il 34enne di Col San Martino a uccidere e accanirsi sulla 35enne, che non lo conosceva affatto e forse non lo aveva mai nemmeno visto, resta tutto da accertare. Come ha ricostruito a Fanpage.it il tenente colonnello Marco Turrini, comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Treviso, Elisa Campeol era rilassata da qualche ora la sole quando in tarda mattinata , circa le 12 di mercoledì, è stata sorpresa alle spalle da Fabrizio Biscaro. L'uomo si è calato dalla scarpata e si è avventato su di lei infliggendole una profonda coltellata al fianco, poi altri colpi alla schiena, fino ad ucciderla. Fatale per la donna una coltellata all’altezza del costato che le ha perforato un polmone. Mentre era ancora viva e agonizzante, l'uomo avrebbe trovato la forza di staccarle parte di un orecchio e metterselo in tasca prima di scappare.

Lo stesso orecchio che poco dopo ha mostrato ai militari della caserma di Valdobbiadene dove si è costituito, ancora sporco di sangue. Nella sua mente doveva essere la prova effettiva del delitto compiuto, insieme al coltello usato per l'omicidio di Elisa che teneva in uno zaino. Agli stessi inquirenti ha confermato che non conosceva la vittima e che l'avrebbe scelta a caso per soddisfare il suo crescente desiderio di fare del male a qualcuno. Il 34enne infatti ha problemi psicologici gravi ed era stato in cura presso un centro di salute mentale ma pare che da alcuni mesi avesse deciso di interrompere le cure autonomamente.

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