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Elisa Campeol uccisa mentre prendeva il sole: “Accoltellata senza ragione, ha cercato di difendersi”

Marco Turrini, comandante dei carabinieri di Treviso, racconta a Fanpage.it i dettagli dell’omicidio di Elisa Campeol: “Stava prendendo il sole sul greto del Piave, che è in secca, quando è stata aggredita alle spalle da un uomo che l’ha accoltellata a un fianco e alle schiena senza motivo. La donna ha tentato di difendersi”. Al delitto hanno assistito due testimoni.
A cura di Davide Falcioni
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Erano circa le 12 di ieri, una torrida giornata di giugno. Elisa Campeol era arrivata da qualche ore nel parco dell’isola dei Morti, a Moriago della Battaglia, e stava prendendo il sole sul greto del fiume Piave che – in questo periodo dell'anno – è in secca a causa del caldo. Il lettino su cui era seduta la donna era rivolto verso il letto del fiume e lei si stava rilassando quando, da dietro, un uomo di 34 anni – Fabrizio Biscaro – si è calato dalla scarpata e si è avventato su di lei infliggendole una profonda coltellata al fianco, poi altri colpi alla schiena, fino ad ucciderla. A ricostruire la dinamica dell'omicidio della 35enne trevigiana è a Fanpage.it il tenente colonnello Marco Turrini, comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Treviso. "Dopo il primo colpo, che probabilmente è stato quello che ha causato la ferita più grave al fianco, Elisa ha ricevuto altre coltellate alle spalle ma abbiamo riscontrato la presenza di ferite da difesa. Ha cercato di difendersi, ma essendo stata aggredita alle spalle ha potuto ben poco".

Il tenente colonnello Marco Turrini
Il tenente colonnello Marco Turrini

Alla scena hanno assistito due testimoni: "Erano a 40, 50 metri. Hanno gridato e Biscaro si è dato alla fuga, poi hanno chiamato il 118: i sanitari hanno tentato di rianimare Elisa, ma ormai era troppo tardi". L'assassino, invece, poco dopo si è consegnato ai carabinieri di Valdobbiadene. "Aveva con se uno zainetto contenente il coltello utilizzato per commettere il delitto", spiega Turrini. L'uomo è ora detenuto nel carcere di Treviso. Gli inquirenti hanno tentato di ricostruire il movente dell'omicidio: "Escludiamo la rapina, perché tutti gli effetti personali di Elisa sono stati lasciati lì. L'uomo ha agito d'impeto, senza nessuna ragione: aveva problemi psicologici gravi e stiamo cercando di capire se era in cura, se assumeva farmaci o se era seguito da specialisti. Di certo si è trattato di un'aggressione estemporanea commessa da un uomo con un profondo disagio psichico". Ad arrestare Biscaro sono stati i carabinieri di Valdobbiadene supportati dai cloleghi di Vittorio Veneto, ai comandi del Maggiore Giuseppe Agresti.

Il luogo in cui è stata uccisa Elisa Campeol
Il luogo in cui è stata uccisa Elisa Campeol

Una morte assurda e inspiegabile quella di Elisa avvenuta per mano di un uomo noto per i suoi problemi psichici residente a Col San Martino, a una manciata di chilometri da dove lei viveva, Pieve di Soligo. I genitori della donna, intervistati dal Corriere, la descrivono come una persona solitaria che amava fare lunghe passeggiate nella natura e aveva scelto il parco dell'Isola dei Morti per stare tranquilla. Dopo aver ereditato la gestione dell"Eli's Bar', il locale che apparteneva ai suoi genitori e, prima ancora, ai nonni, Elisa aveva cambiato lavoro: "Non le piaceva fare la barista – racconta il papà – e così da qualche tempo ero tornato io, dietro al bancone. Lei aveva altri progetti, voleva studiare discipline olistiche e magari un giorno aprire un centro tutto suo". Il sindaco di Pieve di Soligo ha confermato l'assurdità del delitto commesso: "È un dramma immenso, al quale si unisce la frustrazione per la totale assenza di una logica. Una vita spezzata dalla follia. L'unica consolazione, è che almeno il responsabile ora si trova in carcere".

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