Olbia, minacciano di picchiarlo su TikTok. L’amico interviene e la baby gang lo pesta
Veniva minacciato da una baby gang da mesi ormai. Online e nella vita reale, un adolescente di Olbia era vittima di bulli da almeno tre mesi. L'altro ieri la situazione è degenerata: il gruppetto lo ha picchiato davanti a tutti in piazza Crispi. Un amico ha cercato di difenderlo, finendo nel mezzo della rissa. Il ragazzo è stato prima colpito in pieno viso e poi alla testa da due calci. Il ragazzo è stato trasportato in ospedale e sottoposto a una tac. Il padre dell'adolescente preso di mira ha deciso di denunciare il tutto alla polizia. "Tutto è iniziato quando hanno cominciato a minacciarlo su TikTok. Si è iscritto e ha acquisito molti followers diventando in breve un piccolo fenomeno – ha spiegato il genitore in un'intervista a La Nuova Sardegna -. Così sono iniziate le minacce, forse per invidia. Contro di lui scritte sui muri, insulti per strada, spintoni e insulti riferiti alla sua attività sui social".
Il padre ha cercato di convincere suo figlio a denunciare quanto stava accadendo. "Diceva che non avrei dovuto preoccuparmi e che non sarebbe successo nulla. Io ho cercato di fare quel che potevo chiamando il padre di un ragazzo che lo aveva spintonato. Con toni garbati gli ho detto cosa stava accadendo chiedendoli di vigilare sul figlio, ma nulla è cambiato". Il gruppetto di adolescenti ha continuato con le minacce fino ad arrivare all'aggressione fisica. L'amico della vittima ha cercato di mettersi in mezzo e alla fine è staco colpito prima da un pugno e poi da alcuni calci. Due persone avrebbero cercato di inseguire gli aggressori quando hanno tentato la fuga, ma i due sono riusciti a lasciare la piazza. Nel frattempo, il personale del 118 è accorso sul posto per soccorrere il ragazzino rimasto ferito.
"Sono arrivato in piazza da mio figlio e dal suo amico dopo averli sentiti al telefono. Ho parlato con i poliziotti che sono intervenuti e fatto i nomi degli aggressori. Questa volta ho intenzione di denunciare e probabilmente non sarò l'unico a farlo. Il limite è stato superato ed è ora di dire basta".