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Nuoro, ricattato da finto poliziotto dopo aver pubblicato annunci hard: 40enne si suicida

Un uomo di 40 anni è stato ricattato da un finto ispettore della polizia postale per aver pubblicato annunci hard su un sito a sfondo sessuale. Dopo aver pagato una “multa” di cinquemila euro, si è tolto la vita. Dopo mesi di indagini è venuta a galla la verità e sono state arrestate 17 persone facenti parte di una associazione criminale specializzata in truffe ed estorsioni.
A cura di Ida Artiaco
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Era stato ricattato, dopo aver messo online alcuni annunci hard, da un ispettore della polizia postale e aveva persino pagato cinquemila euro di multa. L'agente, però, lo ha anche minacciato di possibili ripercussioni sulla sua vita lavorativa, e così si è tolto la vita a soli 40 anni. Il suicidio è avvenuto quattro mesi fa, ma la verità su quanto accaduto è stata resa nota solo oggi, mercoledì 24 gennaio, dalla Procura di Nuoro, che ha portato anche all'arresto di 17 persone, tra cui 2 in carcere e 14 ai domiciliari, con l'accusa di fare parte di una associazione criminale specializzata in truffe ed estorsioni con base a Torino e Vercelli, ma coinvolgendo diversi centri del Nord Italia. A carico di tutti gli indagati è stato disposto anche il sequestro conservativo di beni mobili o immobili per un corrispondente di 100 mila euro. Ma procediamo con ordine.

Il procedimento è nato lo scorso anno, proprio dal suicidio sospetto del giovane nuorese. I genitori della vittima si sono rivolti ai carabinieri del posto, chiedendo di far luce su quanto successo. Nel corso delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Nuoro, Giorgio Bocciarelli, gli inquirenti avevano raccolto una serie di elementi sui profili social dell'uomo, approfondendo le attività svolte su alcuni siti d'incontri omosessuali. È quindi emerso che, in attesa di essere assunto come operatore socio-sanitario, il ragazzo era stato ricattato. Il sedicente ispettore gli aveva fatto credere che esistesse un’inchiesta a suo carico per annunci a sfondo sessuale, dopo che aveva frequentato siti web dedicati a incontri gay, e per questo lui aveva già pagato 5 mila euro. Ma i soldi non erano stati sufficienti e, temendo che la notizia venisse diffusa sul posto di lavoro, l’uomo aveva deciso di farla finita. Peccato, però, che ulteriori ricerche abbiano fatto venire a galla un'altra verità.

L'Ispettore Marco Gigliotti della Polizia Postale di Roma è risultato essere in realtà un cittadino 39enne di origine sarda residente da anni in Piemonte a capo di una associazione a delinquere composta da altre 21 persone dedite ad estorsioni e truffe in tutto il Nord Italia e specializzata nel contattare gli inserzionisti dei più noti e utilizzati siti d'annunci commerciali e di incontri. Il suo vero nome è Simone Atzori, che agiva insieme a Francesco Reina, 31enne pregiudicato di Catania anche lui residente a Torino. L'associazione aveva un giro d'affari di circa mille euro al giorno per oltre 600 truffe documentate, di cui 45 riuscite. Le vittime venivano indotte a pagare cifre che andavano dai tremila fino ai cinquemila euro, ma nel caso di un imprenditore piemontese anche di 20 mila euro. Nella lista dei fermati compaiono anche Salvatore Bracconaro, 22 anni di Torino; Massimo Reina, 53 anni di Bianzè (Vercelli); Ajljus Aljev, 21enne di Torino; Annunziata Presicci, 24 anni di Volpiano (Torino); Patrizia Nicolella, 40enne di Bianzè (Vercelli); Eugenio Brunelli, 39enne di Villareggia (Torino); Maurizio Virruso, catanese di 43 anni; Bruno Pacino, 31 anni di Caselle Torinese; Gerardo Farabella, 22enne di Bianzè (Vercelli); Marco Mannai, 25 anni e Cristian Pacella, di 21, entrambi di Livorno Ferraris (Vercelli), e Mauro Puorro, torinese di 49 anni.

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