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“Nostro fratello dorme”. Ma era morto da due anni e riposto in un baule: il dramma di Campi Bisenzio

Lorenzo Paolieri viveva a Sant’Angelo a Lecore, frazione del comune di Campi Bisenzio, con la madre e i due fratelli. L’abitazione era senza luce e riscaldamento. “L’ultima volta che l’ho visto era un ragazzino”, dicono i vicini.
A cura di Biagio Chiariello
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La casa dove è stato trovato il corpo di Lorenzo Paolieri
La casa dove è stato trovato il corpo di Lorenzo Paolieri

Una storia di solitudine e disagio che si trascinava da anni ha trovato una tragica conferma sabato 13 dicembre a Sant’Angelo a Lecore, frazione di Campi Bisenzio (Firenze). La polizia locale, intervenuta dopo una segnalazione dei vicini insospettiti da un persistente odore, ha rinvenuto il corpo ormai mummificato di Lorenzo Paolieri, 32 anni, in un baule di legno nascosto dietro scatoloni in una stanza della villetta dove viveva con la madre settantenne e i due fratelli. La porta era stata chiusa anche con del nastro adesivo, trasformando l’armadio in una sorta di bara improvvisata.

I primi esami medico-legali escludono segni di violenza e suggeriscono che la morte risalirebbe ad almeno due anni fa, ma saranno necessari ulteriori accertamenti per ricostruire tempi e cause con certezza. L’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, dovrà fare luce su un contesto che appare già cupo: la casa era senza corrente e senza riscaldamento, la madre in condizioni di denutrizione e fragilità, così come i fratelli, tra i 30 e i 40 anni.

I vicini ricordano una famiglia che viveva come “invisibile”, con porte sempre chiuse e sporadiche apparizioni. L’ultima immagine di Lorenzo che rimane tra loro è quella di un ragazzino che giocava in giardino. Negli ultimi anni, però, era praticamente assente: i fratelli, quando interrogati dagli agenti, avevano risposto che “stava dormendo”, nascondendo un segreto che solo ora è emerso in tutta la sua drammaticità.

La madre, Rita, vedova dal 2018, viveva con i figli grazie alla sua pensione e al supporto familiare; nessuno dei tre fratelli risulta abbia mai lavorato. La più grande, Beatrice, di 46 anni, era l’unica che usciva di tanto in tanto, sempre con discrezione, mentre Massimo e Beatrice saranno ora presi in carico da strutture del Comune.

La macabra scoperta ha sollevato domande agghiaccianti sulla vita quotidiana di Lorenzo e sulla dinamica della sua morte. La polizia municipale e la scientifica dei carabinieri stanno ricostruendo il passato della famiglia e isolando tracce biologiche, cercando conferme anche tramite il dna. Intanto, nei vicini, resta il ricordo di un ragazzo mai più visto crescere: un giovane il cui corpo, nascosto per anni, racconta ora una solitudine estrema, protetta dietro mura silenziose e parole fragili, come quelle dei familiari: “Nostro fratello sta dormendo”.

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