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Non solo Villa Inferno, altre case di Bologna dove avvenivano “festini a base di sesso e droga”

Indagini degli inquirenti su festini e persone diversi da quelli già scoperti nella casa di Davide Bacci. Lo spunto arrivato da un’intercettazione telefonica: “In tutte le case a Bologna dove si fanno le ’chiuse’ ogni fine settimana lei [una 18enne] c’è finita dentro… e parlo di gente che la bamba (cocaina, ndr) la può comprare, non pezzenti”.
A cura di Biagio Chiariello
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“In tutte le case a Bologna dove si fanno le ’chiuse’ ogni fine settimana lei c’è finita dentro… e parlo di gente che la bamba (cocaina, ndr) la può comprare, non pezzenti”. Anzi, “gente che ti prende, ti mastica e ti sputa”.  Le ‘chiuse’ è un vocabolo che per gli inquirenti significherebbe festini a base di sesso e droga. Ad usarlo è uno degli indagati, intercettato, nell’ambito dell’inchiesta su Villa Inferno. Ed ora i carabinieri che indagano sul presunto giro di prostituzione e spaccio nella residenza di Davide Bacci stanno cercando di capire se quella fosse davvero l’unica “villa inferno” di Bologna. L’ipotesi è quella di altre le case, in città, in cui serate a base di cocaina e sesso ci sono “ogni fine settimana”.

Come evidenza il Resto del Carlino, il giro potrebbe coinvolgere decine e decine di nomi visto che quei festini sarebbero organizzati da persone diverse rispetto a quelle nella casa di Pianoro in cui sarebbe stata coinvolta anche una 17enne. L’attenzione degli inquirenti si sta concentrando sull’ex compagna di classe 18enne di quest’ultima, introdotta proprio dalla minorenne da cui è partita la denuncia.

Proprio la 18enne che, al telefono con uno degli indagati, discute con lui della vicenda, dopo che la notizia della denuncia ai carabinieri da parte della madre della ragazzina ha già cominciato a diffondersi. “Lei è finita nel giro di Bacci – si dicono i due –, che la sta logorando (…). Un circolo vizioso assieme ad altre ragazze, anche perché casa di Bacci a Bologna è conosciuta come una cosa che sai quando entri e non sai quando esci…”. E poi: “Penso che sia la polizia che i carabinieri sappiano di questa abitazione e prima o poi faranno una retata… perché comunque qualcuno in quel circuito spaccia e ormai si sa”. Dopo le denunce della madre  “qualcuno di loro (cioè delle persone che frequentano le ’chiuse’, ndr) è stato contattato dalle forze dell’ordine e adesso è terrorizzato… È meglio che lei se ne vada da Bologna, perché ormai qui sanno tutto”, riferisce l’indagato confidandosi con l’amica. “Non frequentare più quella gente – le suggerisce alla fine, – so che c’è un’indagine aperta. È saltato fuori il mio nome, perché nel telefono della ragazzina c’era molta roba”.

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