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Niente risarcimento per la compagna di Alessandro, morto nella strage a Suviana: “Non riconosciuto il suo lavoro”

Nessun risarcimento per Sara Bianco, compagna di Alessandro d’Andrea, una delle vittime della strage di Suviana, solo 11mila euro ai genitori: “È ingiusto”
A cura di Dario Famà
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Stavano insieme da oltre 15 anni e volevano sposarsi, poi l'incidente che ha distrutto ogni speranza. Sara Bianco e Alessandro d'Andrea, 37 anni, avevano grandi progetti per il loro futuro, piani che, purtroppo, non sarà più possibile realizzare. Più di un anno fa, infatti, l'uomo è rimasto vittima, insieme ad altri 6 lavoratori, di un'esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi a Suviana, provincia di Bologna.

Oltre il danno, la beffa arriva dal mancato riconoscimento dell'indennità alla compagna e alle sorelle, perché non sposati. "È ingiusto nei confronti di Alessandro, è ingiusto nei confronti di chi resta" ha commentato Bianco in un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera. Secondo la donna, la decisione di non assegnare un contributo economico è un segnale di mancanza di rispetto: "È come se non venisse riconosciuto come significativo il suo apporto lavorativo, il suo impegno, il suo sempre volersi migliorare".

Secondo una legge del 1965, per poter ottenere un risarcimento economico, è necessario che la coppia, se non unita dal vincolo matrimoniale, deve dimostrare di avere un rapporto di convivenza e d'affetto, simile a quello coniugale. Una disposizione che, secondo l'avvocato di famiglia Gabriele Bordoni, andrebbe rivista perché "i nuclei familiari si sono modificati" ha dichiarato alla testata Bologna Today.

A rendere il quadro ancora più complicato è il riconoscimento di un risarcimento di appena 11mila euro ai genitori della vittima. "Una cifra simbolica e quasi offensiva" ha commentato Bordoni. Intanto, la famiglia non si dà per vinta ed ha deciso di fare ricorso alla Corte di Cassazione.

"Tutt'ora mi tornano in mente quei giorni, anche gli alberi in fiore nel giardino. Ripenso a quando li guardavamo insieme e come sono cambiato dopo, a guardarli senza di lui" ha confessato Bianco. Un dolore straziante, che si aggiunge all'interminabile attesa con cui lei e i familiari sono costretti a convivere, per ricevere giustizia.

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