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“Nessuno ha collaborato, neanche il ferito”. La grave omertà sulla sparatoria di Vibo Valentia

“L’indagine in questione è stata tutta frutto di un’attività investigativa perché nessuno ha parlato, neanche il ferito. Nessuno ha detto una parola e questa è una cosa grave”. Lo ha affermato in conferenza stampa il procuratore capo di Vibo Valentia Camillo Falvo, evidenziando il clima di omertà che ha caratterizzato la vicenda del ferimento di un 32enne, conclusa con il fermo del presunto autore, Francesco Barbieri, di 20 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Nessuno ha parlato, neanche il ferito, e chi lo ha fatto non ha fornito alcuna indicazione utile alle indagini. Lo ha affermato in conferenza stampa il procuratore capo di Vibo Valentia Camillo Falvo, evidenziando il clima di omertà che ha caratterizzato la vicenda del ferimento di un uomo di 32 anni, conclusa con il fermo del presunto autore, Francesco Barbieri, di 20 anni. Le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona hanno immortalato praticamente tutto: dalla discussione per futili motivi, fino alla rissa e alla pistola che appare all’improvviso. Eppure non è stato facile arrivare all'autore della sparatoria. "L'indagine in questione è stata tutta frutto di un'attività investigativa perché nessuno ha parlato, neanche il ferito. Nessuno ha detto una parola e questa è una cosa grave" ha detto Falvo.

Grave omertà

Nelle immagini lo sparo non si vede chiaramente, ma gli inquirenti non avevano dubbi sul fatto che si trattasse del 20enne di Pannaconi. In un'altra immagine si vede il ferito che giace a terra mentre le auto gli passano quasi sopra e i passanti ignorano quanto appena avvenuto. Non si fermano a prestare soccorso e non danno l’allarme. Nessuno chiama i carabinieri e solo quando i soccorsi del 118 arrivano sul posto capiscono che la situazione è grave: c'è un uomo riverso a terra in una pozza di sangue, è stato ferito da un colpo d'arma da fuoco. Quando i militari chiedono informazioni ai testimoni nessuno parla, neanche il ferito, come evidenzia il procuratore. Tutti forniscono circostanze generiche.

La dinamica della sparatoria a Vibo Valentia

Gli investigatori della sezione scientifica dei carabinieri – a coordinare le indagini il sostituto procuratore Ciro Lotoro sotto la supervisione del procuratore Falvo – iniziano l’analisi della scena del crimine e riescono a ricostruire la dinamica dei fatti. A reperto finisce un proiettile calibro 7,65 inesploso. Alla fine gli inquirenti riescono a ricostruire la dinamica dei fatti. La sparatoria sarebbe stata innescata da una rissa di fronte ad uno dei locali più noti della movida vibonese. “Dopo una breve colluttazione – racconta il capitano Alessandro Bui, presente in conferenza stampa unitamente al suo comandante, il colonnello Bruno Capece – a cui partecipano diverse persone, alcuni provano a dividere, alcuni fomentano, e nel momento in cui c’è lo spazio per effettuare il tiro il fermato di oggi esplode il colpo e ferisce la vittima. Diciamo che fortunatamente c’è stato solo un ferito ma dalla dinamica poteva andare peggio”. Secondo quanto emerge dal fermo, Barbieri avrebbe estratto l’arma puntandola inizialmente alla testa e poi al petto del 32enne. Il colpo di pistola lo attinge alla spalla destra, a distanza ravvicinata, “non placando il suo intento neppure a fronte dell’intervento di altri soggetti che cercavano di fermarlo e farlo ravvedere dal suo intento criminoso. Successivamente – si legge sempre tra le carte del provvedimento di fermo – invece di soccorrere la vittima la lasciava a terra e si dava precipitosamente alla fuga, a piedi, lasciando addirittura, la vettura ed i suoi effetti personali, nei pressi del luogo del delitto”.

Chi è Francesco Barbieri, il ragazzo fermato

Messo alle strette, Barbieri ieri sera ha deciso di consegnarsi spontaneamente alle forze dell'ordine. Ora è in carcere. Il gip di Vibo Valentia nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare il fermo del pubblico ministero. Al 20enne vengono contestati, allo stato, i reati di tentato omicidio, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco – la pistola calibro 7,65 – e relativo munizionamento. “L’indagato – scrive il sostituto procuratore nel fermo – ha mostrato un’indole particolarmente violenta e destante un grave allarme sociale”. E ancora: “Ha dimostrato una pervicacia disarmante e allarmante”. Francesco Barbieri è figlio di Antonino Barbieri, 62 anni, alias “Carnera”, imputato a piede libero per associazione mafiosa nel maxiprocesso Rinascita Scott.

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