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Nave di Emergency diretta verso barcone in difficoltà con 500 persone a bordo: corsa contro il tempo

La nave di Emergency, la Life Support, si sta dirigendo verso un barcone con 500 migranti a bordo, che sta imbarcando acqua. Intanto ha chiesto alle autorità marittime di assumere subito il coordinamento dei soccorsi. Ma nessuno fino ad ora ha risposto.
A cura di Annalisa Cangemi
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La nave di Emergency, la Life Support, si sta muovendo in questo momento verso un barcone con cinquecento persone a bordo, che sta già imbarcando acqua: sul natante, che si trova in zona Sar maltese, ci sono 45 donne, tra cui diverse in stato di gravidanza, e 56 bambini, tra cui uno nato la scorsa notte. "Nonostante la gravità della situazione – ha sottolineato la ong – nessuna autorità ha risposto finora alla richiesta di coordinamento dei soccorsi".

La nave Life Support di Emergency, operativa nella ricerca e soccorso dal dicembre 2022, finora ha messo in salvo 654 persone. Ora ha chiesto alle autorità marittime di assumere immediatamente il coordinamento dei soccorsi, prima che sia troppo tardi.

“Il natante, partito giorni fa dalla Cirenaica, si trova in zona Sar maltese. Arriveremo verso le 22 di questa notte – ha commentato Albert Mayordomo, capomissione della Life Support –. Stiamo navigando al massimo della velocità da quando Alarm Phone ha segnalato il caso, ieri. È una vera e propria corsa contro il tempo, nel tentativo di salvare la vita a più persone possibili”.
Come previsto dalle convenzioni marittime, la nave di Emergency si è rivolta inizialmente alle autorità di Malta per richiedere il coordinamento dei soccorsi. Da ieri Malta non sta rispondendo alle comunicazioni scritte della ong, e i numeri delle
autorità maltesi competenti risultano non funzionanti e non raggiungibili. L'organizzazione umanitaria ha inoltrato la sua richiesta anche alle autorità italiane: il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo ha risposto però che il caso è di competenza maltese.
"L’assenza di coordinamento da parte delle autorità è una violazione del diritto del mare, così come dei diritti umani, gravissima: ci sono 500 persone, probabilmente in fuga dagli abusi in Libia e da Paesi in guerra, che rischiano la vita in mare – ha aggiunto Albert Mayordomo –. Chiunque ha diritto ad essere salvato, indipendentemente dai documenti e dalla nazionalità che possiede”.

“A bordo, i soccorritori, i sanitari, i mediatori e i logisti si stanno preparando a gestire una situazione complessa: da quanto sappiamo potremmo trovare dei casi di persone incoscienti, di persone in acqua, di persone che non ce l’hanno fatta – ha detto Paolo Fusarini, Comandante della nave –. Le condizioni meteo marittime a cui andiamo incontro sono poco favorevoli, con onde di un metro e mezzo, che renderanno ancora più complessa l’operazione”. 

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