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Opinioni

Natale, regaliamo alle bambine la prima ribellione

Nei reparti dei supermercati italiani (e non solo) la separazione di giocattoli per bambine e giocattoli per bambini è molto evidente. Per via del colore innanzitutto: fino a quando si userà il rosa per le bambine? E fino a quando saranno obbligate a essere solo principesse?A Natale, si può regalare il primo gesto di ribellione.
A cura di Sabina Ambrogi
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Barbie Lammily.
Barbie Lammily.

Si può fare una battaglia simbolica a Natale contro i giochi sessisti. E' molto semplice: basta evitare con cura quelli che confinano le bambine in un ruolo e in un colore. Da scartare cucine, ferri da stiro, pentolini, e poi principesse, principesse in carrozza, bamboline madri. Sarà difficile perché sia cataloghi, supermercati e negozi di giocattoli sono attrezzati in una suddivisione infausta: le bambine sono sempre e solo rosa. Il consumatore se deve acquistare un gioco si orienta così. Anzi domanda spesso:  per una bambina cosa posso comprare?”. E' già sancita la differenza in questa suddivisione, un orizzonte di immaginario futuro stabilito dal marketing. E dal supermercato. Tutto separa i due universi.Sembra apparentemente innocuo, ma stabilire così presto dei ruoli può avere delle conseguenze a lungo termine sulla percezione che si ha di se stesse e delle proprie aspirazioni professionali. Inchiodare una donna a un ruolo significherà poi far passare sotto silenzio violenze coniugali, escludere il maschio dalla responsabilità di crescere i figli assieme alla madre, oltre che dare per scontato l'eterno divario di salario uomo – donna.

La scoperta fatta di recente da una sociologa francese, Mona Zegai, della Sorbonne Nouvelle specializzata  in studi  di genere,  è che negli anni '50  i giocattoli non erano classificati bambini / bambine, ma per semplice categorie (macchine, bambole, peluches ), in sostanza non tenevano conto  delle  categorie sessuali. Sono gli anni '90 che propongono una suddivisione  azzurro/rosa. E oggi la maggior parte di cataloghi propone (o impone) una distinzione sessuale maschio femmina  sulla quale  poi  fa leva il marketing. Perciò  si aggiungono colori, packaging, loghi, font, anche gli slogan. E poi allestimenti di vetrine con abitini, esposizioni organizzate. Tutto il mondo femminile è confinato in una immensa nuvola rosa.  E in un ristretto universo di ruoli da immaginare e di orizzonti da percepire sin dall'infanzia.

I maschi che pubblicizzano il giocattolo sono in genere in posizione di riuscita e successo, pugni da cattivo, poteri da affermare, gambe divaricate, portano  armi per combattere. Competizione e riuscita sono i messaggi veicolati. Le femmine  sono sempre confinate in interni a un lavoro domestico.  Sempre sorridenti, viso dolce, postura e costumi da principesse, incarnano  sicurezza, e anche passività. Si potrebbe dire che i giochi ricalcano la richiesta dei consumatori e le attitudini reali. E' vero e falso al tempo stesso: è vero perché se non si fa che perpetuare la stessa realtà  sociale che ha subìto  questo tipo di  “ ingiunzione” dal mercato è evidente che anche parte del consumo continua ad essere lo stesso, ma è anche falso perché cucina e giardinaggio, ad esempio, sono praticate sia da donne che da uomini. Le donne oggi fanno le astronaute, le dottoresse, le avvocate le magistrate, le scienziate,  partono in guerra, costruiscono e pensano case e palazzi esattamente come gli uomini. Quindi  ripetere sempre gli stessi ruoli per le bambine significa solo continuare a veicolare dei vecchi cliché. Che a volte sono  le stesse bambine a voler smontare. Un boom di  click lo fece tempo fa la piccola Riley che davanti a una corsia di un negozio di giocattoli ha chiesto a suo padre:  perché le bambine devono sempre comprare delle principesse e i bambini dei super eroi?Anche le bambine vogliono super eroi!”

Un buon indicatore del terremoto che stanno subendo i fabbricanti di giocattoli è proprio la Barbie, il must per bambine di tutto il pianeta. A 55 anni dal 2011 è in declino e per la prima volta non è più la capolista dei giocattoli da bambina. Ce n'è un'altra, in vendita in America dal novembre 2014, che sta soppiantando e forse detronizzando per sempre le bambole dalle misure irreali.  Si chiama Lammily, più piccola della bionda Barbie, e dalle forme realistiche, con tanto di acne e cellulite. E' stata creata dall'artista Nicolay Lamm appunto pensando alle proporzioni medie di una giovane americana di 19 anni: 1,63 per  68 chili. Anche se Barbie nella sua vita ha fatto più di 150 mestieri compreso “presidente” e “astronauta”, quella generalmente proposta nei reparti di giocattoli è la madre di famiglia. Eppure di sforzi e progressi sono stati fatti: nel 1992 la casa produttrice si è scusata per aver fatto dichiarare alla Barbie di essere “scarsa in matematica” e che preferiva invece fare shopping. In un recente libro illustrato la bambola più odiata dalle femministe si iscriveva a un corso di informatica, ma non riusciva a portarlo a termine e scoraggiata invocava l'aiuto di Steven e Brian, come se  il settore  fosse di solo appannaggio maschile, altro stereotipo particolarmente diffuso.

Un'esplosione di twitter ha corretto il racconto: con l'ashtag #feministhackerbarbie: la storia di una Barbie hacker che dà consigli agli uomini di come fa funzionare la rete. Forse non solo i consumatori ma anche i commercianti e i produttori devono cominciare a capire che la realtà è cambiata.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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