Morte David Rossi, la nuova perizia che sconfessa il suicidio: “Trattenuto per un polso e lasciato cadere, fu ucciso”

Non sarebbe stato solo David Rossi la notte in cui è caduto dalla finestra del suo ufficio nella sede della banca senese Mps. L'ex capo comunicazione deceduto il 6 marzo 2013 sarebbe stato trattenuto per un polso, precisamente quello sinistro, e poi lasciato cadere nel vuoto. Questo spiegherebbe anche la rottura del cinturino dell'orologio che Rossi aveva al polso la notte del suo decesso.

La ricostruzione che smentisce il suicidio
Nella serata di oggi, martedì 9 dicembre, delle nuove evidenze del caso parlerà il programma Le Iene, che trasmetterà in esclusiva la nuova analisi scientifica realizzata dall'ingegnere forense Giuseppe Monfreda. La sua perizia smentisce di fatto l'ipotesi del suicidio, sempre respinta dalla famiglia di Rossi. La simulazione digitale è stata realizzata con un manichino antropomorfo virtuale, calibrato sul corpo di Rossi, e mette in seria discussione quanto stabilito finora dalla superperizia dell'Università La Sapienza, presentata dai Carabinieri del RIS nel 2022 su incarico del Parlamento.
La ricostruzione mostra che la caduta dalla finestra dell'ufficio senese, avvenuta il 6 marzo del 2013, non ha nulla a che fare con il vesto volontario. Secondo Monfreda, Rossi non si sarebbe lasciato cadere, ma sarebbe stato trattenuto e poi lasciato precipitare nel vuoto. "Oggi non parliamo più di opinioni – ha sottolineato la figlia del manager, Carolina Orlandi -. Lo dice la fisica. Mio padre è stato ucciso".

Il software obsoleto usato da Ris e La Sapienza nel 2022
Per realizzare la perizia del 2022, sarebbe stato utilizzato dai professori de La Sapienza e dal Ris, una versione obsoleta del software Virtual Crash, mentre l'ultima versione del programma non sarebbe mai stata acquistata dalle autorità incaricate di fare la perizia del 2022.
La figlia di Rossi, Carolina Orlandi, ha chiesto la riapertura delle indagini per omicidio, ma non più a Siena. La commissione parlamentare d'inchiesta bis sulla morte del manager, presieduta da Gianluca Vinci, ha inoltre sottolineato che la presenza di lesioni sul volto di Rossi incompatibili con la caduta da un lato e le evidenze emerse dalla nuova perizia dall'altro, indicano l'urgenza di tornare sulla vicenda.