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Morbillo tra gli adulti anche in Italia, Bassetti: “A Genova 5 casi in 7 giorni, complicanze sono gravi”

Secondo il Professor Matteo Bassetti, medico e primario di Malattie infettive del policlinico genovese San Martino, i casi di morbillo tra gli adulti sono in progressivo aumento anche in Liguria. “A Genova 5 casi in 7 giorni su persone non vaccinate, morbillo può avere complicanze gravi. Dobbiamo aspettarci focolai nei prossimi mesi”
Intervista a Prof. Matteo Bassetti
Primario di Malattie infettive del policlinico genovese San Martino.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Secondo il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del policlinico genovese San Martino, sono in aumento i casi di morbillo registrati nel Genovese nelle ultime settimane. Il target delle persone colpite è di età comprese tra i 15 e i 40 anni. "Sono persone che non si sono vaccinate – ha spiegato a Fanpage.it il primario – o che non hanno contratto l'infezione da piccole. Il target d'età ci fa pensare che sono tutti cittadini che non hanno vissuto il momento in cui negli Anni '70 il morbillo era endemico. I genitori hanno scelto di non farli vaccinare e oggi possono andare incontro a un nuovo focolaio. Invece è importante che si torni a parlare alla popolazione dell'importanza di questo vaccino per evitare le complicanze che può comportare il morbillo in età adulta".

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Professore, l'Italia deve preoccuparsi per una possibile epidemia di morbillo secondo lei?

Noi medici abbiamo già avuto a che fare con un aumento di casi impressionante tra il 2008 e il 2009: all'epoca ci furono 114 pazienti con il morbillo, alcuni di loro con grosse complicanze. Il 26% di questi pazienti (1 su 4) si ammala di polmonite interstiziale, questo è un dato preoccupante perché dopo 15 anni stiamo assistendo al primo aumento dei casi. Per il momento a Genova ne abbiamo avuti 5, di cui 3 trattati al San Martino. Almeno due casi su 3 riguardavano persone adulte intorno ai 50 anni e questi pazienti hanno registrato un quadro clinico complicato con polmoniti o epatiti. Non si tratta di una malattia piacevole in età adulta. Per il momento non dobbiamo andare in allarme, ma è importante sapere che se entrasse un nuovo cluster di morbillo nel nostro Paese sarebbe difficile limitare i focolai.

Quali sono le complicanze che si possono registrare in età adulta senza vaccino?

Prima su tutte la polmonite che negli adulti raggiunge 1 caso su 4, poi possono esserci encefaliti e meningiti, complicanze sistemiche molto gravi che interessano più organi interni. Diciamo che si tratta di tutto meno che di una malattia tranquilla in età adulta. Le complicanze più gravi nei bambini sono molto rare, nell'adulto è esattamente il contrario e la malattia può portare episodi di convulsioni febbrili e perfino abbassamento delle piastrine.

A cosa è dovuto secondo lei questo aumento dei casi tra gli adulti?

L'Italia ha un po' perso la copertura vaccinale sul morbillo negli ultimi anni e nel nostro Paese vi sono inoltre molte comunità dell'Est Europa dove la copertura vaccinale è esigua, raggiunge circa il 50% della popolazione. È probabile quindi che queste persone non vaccinate possano contrarre il morbillo, il nostro Paese ad oggi non ha una copertura adeguata. Se vi fosse un nuovo focolaio di morbillo in Italia, potrebbe ampliarsi rapidamente. Di qui ai prossimi mesi, però, è certo che vi saranno altri focolai nel nostro Paese.

C'è qualcosa di anomalo secondo lei nei casi tra adulti registrati in queste settimane? O sono tutti sintomi che si aspettava vista l'età dei pazienti?

Non c'è nulla di atipico: il focolaio che ha colpito la provincia di Rieti qualche settimana fa e quello che sta toccando l'Europa è abbastanza normale, i colpiti chiaramente non sono i bambini ma gli adulti non vaccinati nella fascia tra i 15 e i 50 anni. Significa che sono persone che non sono state vaccinate da piccole.

C'è ritrosia verso i vaccini? 

Una ritrosia generale verso il vaccino nata soprattutto dopo il Covid-19, ma è un po' come se una persona scegliesse di bere l'acqua del pozzo invece che quella potabile del rubinetto. I vaccini non sono un argomento di discussione, qualcosa della quale convincere gli interlocutori: è un fatto che abbiano cambiato la storia delle malattie infettive e in particolare del morbillo. Se ti sottoponi a un vaccino da due dosi o contrai l'infezione da piccolo, poi hai la copertura per tutta la vita.

Quando però spieghiamo a quali complicazioni si può andare incontro da adulti, le persone ascoltano, ma non è questa un'attività che può fare il singolo medico. Andrebbe fatta un'attività di informazione a livello centrale che deve toccare tutta Italia. Bisognerebbe formare le persone al lavoro e nelle scuole per far passare il messaggio che senza vaccini torniamo indietro.

Nel 2023 l'Europa ha avuto 30mila casi di morbillo, di cui 20mila ricoverati. I focolai si avvicinano all'Europa occidentale, Italia compresa, quindi bisogna tenerne conto. Non dobbiamo andare in allarme, ma bisogna sapere che malattie come questa richiedono posti letto. Se un ospedale ha 20 posti letto per le malattie infettive e dieci sono occupati da pazienti adulti con il morbillo, altre 10 persone con altre malattie resteranno fuori. Quando ricoveriamo queste persone dobbiamo ricordarci che queste malattie possono essere evitate con i vaccini. Il ragionamento su questo tema deve essere ampio.

Ha dei consigli per affrontare il morbillo, oltre al vaccino che resta necessario?

Non esistono farmaci per questa malattia. Se si contrae il morbillo si può osservare il caso e usare medicine sintomatiche, ma non c'è un farmaco che agisca contro il virus del morbillo in modo specifico. Esiste però un vaccino. Queste sono malattie che in genere si limitano da sole ma nel caso dei fragili o di persone più grandi, possono portare gravi complicanze.

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