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Milano, scontri tra studenti, lavoratori licenziati del San Raffaele e Polizia

I manifestanti protestavano contro il taglio di 2700 posti letto in Lombardia e contro i licenziamenti del San Raffaele.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo gli scontri all'Università Statale di Milano di due giorni fa, e dopo la massiccia repressione degli studenti a Piazza Plebiscito a Napoli, anche oggi la repressione ha colpito del manifestanti. A Milano circa 300 lavoratori hanno partecipato a una manifestazione organizzata dall'Unione Sindacale di Base per protestare contro in licenziamenti all'Ospedale San Raffaele e e chiedere il rilancio della sanità pubblica: ci sono stati momenti di tensione con le forze dell'ordine quando il corteo, partito da Piazzale Loreto, ha cercato di entrare in Piazza Città della Lombardia, dove ha sede la Regione. Il corteo non era autorizzato ad arrivare fin lì e alcuni cordoni di poliziotti in assetto antisommossa hanno cercato di impedire ai manifestanti di proseguire. Dopo i tafferugli, i lavoratori hanno deciso di arrivare comunque fino alla la sede del consiglio regionale in via Filzi.

Insieme ai lavoratori c'erano un gruppo di studenti dell'Ex-Cuem, la libreria occupata e sgomberata lunedì. Sugli striscioni dei manifestanti scritte come "Sanità bene comune" o "Vergogna San Raffaele" e “Resistere fa bene alla salute”: questi i messaggi che i lavoratori del comparto Sanità aderenti all’Unione Sindacale di Base hanno voluto mandare con lo sciopero generale indetto in tutta la regione, sia nel settore pubblico che privato, e denominato ‘conflict day’, giorno del conflitto.

La mobilitazione è stata indetta contro il blocco dei contratti; il taglio di 2700 posti letto previsto dalla cosiddetta spending review; l’intramoenia dei medici che allunga le liste di attesa pubblica a vantaggio delle visite private; la riduzione del premio di produttività; l’introduzione della mobilità per esigenze di servizio fuori dall’ambito provinciale; il licenziamento dei precari; i ticket su visite ed esami a carico dei pazienti; il taglio degli stipendi del personale. Lo sciopero rivendica anche una sanità pubblica come garanzia di qualità; lo sblocco dei contratti da anni non rinnovati e un unico contratto pubblico per tutti i dipendenti del settore; piani di assunzione aziendali che riducano le carenze di personale ormai croniche; la riduzione dei tempi delle liste di attesa negli ospedali; la stabilizzazione del personale precario e la reinternalizzazione dei servizi regalati a ditte private.

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