Migranti gettati tra le onde dai libici, Mediterranea salva 10 naufraghi: “Buttati in mare come rifiuti”

I naufraghi erano stati gettati in mare con la forza dai trafficanti libici che si erano avvicinati alla nave di Mediterranea Saving Humans. I soccorritori hanno salvato tutti, nonostante le onde alte.
A cura di Antonio Musella
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Intorno alle 3:20 di questa notte la nave Mediterranea Ship di Mediterranea Saving Humans ha effettuato il salvataggio di 10 persone, provenienti prevalentemente da Siria ed Egitto, al largo delle coste libiche. I naufraghi, tutti di giovane e giovanissima età, sono stati letteralmente gettati in mare da un gommone militare guidato da criminali libici. L'equipaggio di Mediterranea Ship aveva visto sui radar la presenza della piccola imbarcazione che si è avvicinata alla nave, l'equipaggio si è trovato davanti un gommone di tipo militare. Alcuni uomini hanno iniziato a gettare in mare le persone che erano a bordo, chi tra loro ha provato ad opporsi è stato spinto in acqua a calci. Dopodiché il gommone militare è scappato via, lasciando tra le onde i naufraghi, tutti tratti in salvo dai soccorritori di Mediterranea Saving Humans.

"Buttati in mare con la forza come se fossero rifiuti"

Lo scenario che hanno dovuto affrontare i soccorritori dell'associazione italiana è stato davvero drammatico come è possibile vedere dalle immagini raccolte dalle telecamere sui caschi dei soccorritori. Onde alte e dei ragazzini che chiedevano aiuto. Tre di loro sono minorenni non accompagnati. I fatti sono avvenuti in acque internazionali a 30 miglia dalle coste libiche. Ed è proprio da lì che era partito il gommone militare con a bordo i 10 naufraghi.  Le immagini dei soccorritori mostrano i volti terrorizzati dei naufraghi che erano all'oscuro dei piani dei trafficanti e non sapevano che il loro viaggio si sarebbe concluso in questo modo con simile brutalità e violenza. "Abbiamo soccorso 10 persone gettate in mare in acque internazionali, a 30 miglia dalle coste della Libia da un gommone di tipo militare" scrivono gli attivisti di Mediterranea Saving Humans sui social pubblicando il video dell'evento. "Il gommone militare una volta gettate a mare le persone si è subito allontanato – scrivono – i naufraghi hanno rischiato di affogare, erano in grave pericolo di vita. Il nostro rescue team è intervenuto ed ha tratto in salvo le persone che ora sono tutte al sicuro a bordo". Mediterranea Ship è la nuova nave di ricerca e soccorso di Mediterranea Saving Humans, ed era partita dal porto di Buriana il 14 agosto scorso.

Cos'è il "run away boat" compiuto dalle milizie libiche

La dinamica del salvataggio compiuto dai soccorritori di Mediterranea Ship è molto significativo, soprattutto la presenza di un gommone militare. Proprio pochi giorni fa, quando la nave di Mediterranea Saving Humans, era arrivata in zona SAR (zona di ricerca e soccorso) libica, era stata circondata da ben 8 gommoni militari con a bordo uomini armati e con il volto coperto da passamontagna. Per alcune ore i miliziani libici avevano effettuato manovre pericolose intorno alla nave, rifiutandosi di identificarsi nonostante le continue richieste via radio. Solo dopo molto tempo avevano inviato un messaggio radio: "Andate via dalla Libia". Si tratta della cosiddetta Guardia Costiera libica, finanziata ed armata dal governo italiano attraverso il memorandum Italia – Libia. Miliziani sotto la guida di veri e propri mafiosi ricercati per crimini contro l'umanità.

Il salvataggio di questa notte dimostra un collegamento tra quei gommoni militari ed il traffico di esseri umani. I gommoni militari con a bordo uomini armati che avevano intimidito la navigazione di Mediterranea Ship erano poi rientrati al porto di Zawahya, una delle basi della guardia costiera libica. Quello a cui ha assistito l'equipaggio di Mediterranea Ship viene definito "run away boat". E' una pratica compiuta dai trafficanti di esseri umani che si avvicinano con imbarcazioni veloci alle navi, ed arrivati in prossimità gettano a mare le persone, per poi allontanarsi a grande velocità. Una pratica criminale che testimonia ancora una volta i metodi brutali dei trafficanti libici e del sistema di interessi illeciti che gestiscono. A terra, a Tripoli e dintorni, gestendo i lager in cui rinchiudono i migranti e li torturano per estorcergli denaro, e poi in mare con pratiche come il "run away boat". Il problema è che si tratta degli stessi ambienti che gestiscono a loro volta quella cosiddetta Guardia costiera libica che viene finanziata dall'Italia.

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