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Maxi sequestro da 800 milioni per 3 imprenditori: anche più grande centro commerciale della Calabria

Il sequestro nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ipotizza un collegamento tra imprenditori e cosche della ‘Ndrangheta.
A cura di Antonio Palma
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C'è anche il centro commerciale più grande della Calabria tra i beni elencati nel maxi sequestro da oltre 800 milioni di euro eseguito nelle scorse ore dalla Guardia di finanza nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ipotizza un collegamento tra imprenditori e cosche della ‘Ndrangheta. I beni sequestrati, tra cui società, ville e auto di lusso, sono riconducibili a tre imprenditori di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro che , secondo gli inquirenti "hanno ottenuto e ottengono ingenti profitti grazie all’intermediazione mafiosa e in violazione delle regole del libero mercato". Per la Direzione distrettuale antimafia, in pratica grazie all’intervento della ‘ndrangheta, le loro aziende avrebbero ottenuto il monopolio nelle attività imprenditoriali e commerciali in cui erano impegnati nel comprensorio di Lamezia Terme e in altre zone.

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Accuse pesantissime che hanno spinto la Dda guidata dal procuratore Nicola Gratteri a richiedere un sequestro di proporzioni enormi emesso poi dall'Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro. Il provvedimento ha riguardato 22 complessi aziendali, diverse società operanti nei settori più disparati, quote di partecipazione in squadre di calcio, oltre a decine di fabbricati, terreni e autoveicoli e conti correnti bancari intestati agli indagati e ai loro familiari. Alcuni dei beni sequestrati erano stati già interessati da un sequestro preventivo, successivamente revocato, per precedenti attività investigative che avevano riguardato alcuni degli imprenditori oggetto della nuova misura cautelare. La misura infatti segue complesse indagini anche di natura economico-patrimoniale svolte dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria del capoluogo calabrese per verificare la provenienza dell’ingente patrimonio e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alle attività lavorative. Il centro commerciale “Due mari”, così come gli ipermercati e le altre attività di commercio interessate dal sequestro preventivo, non chiuderà ma sarà affidato a un amministratore giudiziario.

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