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Maturità 2019, come prepararsi all’esame di Stato: “Non servono trucchi ma i giusti strumenti”

Come preparsi all’esame di Maturità 2019? Fanpage.it lo ha chiesto a Christian Raimo, scrittore, insegnante di filosofia e storia al liceo e assessore alla Cultura del III Municipio a Roma: “L’esame di Stato è un rito collettivo e un momento importante di crescita. Un consiglio pratico? Avere un buon vocabolario e trovare momenti di concentrazione. Il tototema è un gioco che lascia il tempo che trova”.
A cura di Ida Artiaco
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Christian Raimo (Facebook).
Christian Raimo (Facebook).
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La Maturità 2019 è ormai alle porte: mancano poco più di 15 giorni al 19 giugno, data della prima prova d'italiano per i circa 500mila studenti delle scuole superiori impegnati nel temuto esame di Stato. E sul web è già caccia ai consigli su come prepararsi al meglio alle prove, scritte e orali, della Maturità, che quest'anno, per altro, presenta tantissime novità rispetto al passato. Per la Maturità 2019 cambiano le tipologie di tracce del tema d'italiano; la seconda prova, quella d'indirizzo, diventa multidisciplinare; viene abolita la tesina al colloquio, dove invece debutta il cosiddetto sistema delle 3 buste. Insomma, i maturandi sono alle prese con la ricerca della strategia più vincente per superare indenni l'esame di Stato. Fanpage.it ha chiesto un parere a Christian Raimo, scrittore (tra i suoi libri si ricordi Tranquillo prof, la richiamo io), insegnante di filosofia e storia al liceo e dal giugno 2018 assessore alla Cultura del III Municipio a Roma.

Prof. Raimo, qual è il primo consiglio che si sente di dare ai maturandi?

"Credo che sia importante prima di tutto per i ragazzi studiare insieme. L'esame di Maturità è una prova che in qualche modo viene valorizzata, e le persone vengono valorizzate, se è valorizzato a sua volta il gruppo classe, anche perché le commissioni sono portate a valutare non il singolo, perché lo conoscono poco, ma devono farsi un'idea del lavoro di tutti. Lavorare e prepararsi in compagnia vuol dire fare un rito collettivo, partecipare ad un momento di crescita importante, ma può essere anche un'occasione per cercare di concentrarsi e agire come una classe, intesa non come contenitore ma come ambiente educativo". 

E dal punto di vista pratico, cosa non può mancare per affrontare al meglio la Maturità 2019?

"Si deve avere un vocabolario bellissimo, se non lo si ha già, per usarlo anche mentre si studia. Un buon dizionario è il primo amico quando si parla di esame di Stato, perché non serve solo per andare a cercare il sinonimo di una parola, magari desueta, e fare bella figura con i docenti. Ma è un vero e proprio testo di studio, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, perché le parole sono le categorie con cui interpretiamo la realtà. Quindi, se a certo punto mentre sto scrivendo un testo argomentativo di filosofia cerco il termine "cartesiano", posso capire subito cosa vuol dire quella struttura. Così, se mentre scrivo un testo storico cerco "bolscevismo", mi è subito chiaro a cosa si riferisce. Il vocabolario ci dà chiavi linguistiche per interpretare la realtà, in maniera semplice e molto pratica. Inoltre, credo che sia importante trovare il tempo, in questi giorni prima delle prove, di avere momenti di concentrazione, anche lunghi, staccando il cellulare, dormendo qualche ora in più e facendo passeggiate. Non servono trucchi per superare la Maturità, ma servono gli strumenti giusti". 

Tototema prima prova: secondo lei quali sono autori e tematiche papabili?

"Per me il tototema è un gioco che lascia il tempo che trova. Sono convinto che ci sono questioni che attraversano il mondo contemporaneo che penso sia giusto approfondire indipendentemente dal fatto che siano papabili argomenti per l'esame di Stato o meno. Se potessi scegliere io delle tematiche, punterei sulla letteratura delle donne, spesso opacizzate nel tema d'italiano, o sugli scrittori che si sono occupati di relazioni tra i popoli o che raccontano esperienze di viaggi, migrazioni e diaspore. Ma i criteri utilizzati dalla commissione del Miur, che sceglie le tracce, sono talmente casuali che è difficile fare previsioni. L'importante è partire dalla riscoperta di alcuni argomenti. Se pensiamo agli ultimi autori usciti per l'analisi del testo alla Maturità, con Caproni, ad esempio, c'è stata una riscoperta delle tematiche ambientali. Se, invece, fossi uno studente, approfondirei dei temi che rappresentano le grandi questioni del presente, anche con un certo grado di autonomia, in modo che le conoscenze acquisite possa rigiocarmele anche all'orale o nella vita di tutti i giorni".

 A proposito di autori, negli ultimi anni sono usciti scrittori contemporanei che i ragazzi, da programma, non sempre arrivano a studiare…

"Credo che la riforma dell'esame di Maturità elaborata dalla commissione presieduta da Luca Serianni e composta, tra gli altri, da Massimo Palermo sia un lavoro straordinario. I ragazzi, in pratica, devono esercitarsi sulla riformulazione di un testo, sulla parafrasi, sulla individuazione dei connettivi. Agli studenti viene cioè chiesta un'intelligenza sul testo che ovviamente si può applicare anche a poesie e brani di prosa che non sono classici ottocenteschi o primo-novecenteschi, che sicuramente rientrano nei programmi scolastici, e questo è molto giusto, perché da un lato è un invito a stimolare l'autonomia dello studente, e dall'altro un invito ai docenti a fare delle incursioni sempre più consistenti sulla letteratura contemporanea". 

Infine, l'orale della Maturità 2019. Cosa pensa del tanto temuto sistema delle 3 buste?

"Per me vale lo stesso criterio delle tesine. Questo tipo di prove non testa davvero la capacità di approfondimento degli studenti. La cultura si muove per approfondimenti e relazioni storiche e linguistiche. Fare collegamenti è l'opposto di tutto questo, perché si può pensare di essere affabulatori, arbitrari. È opinionismo allo stato puro, è l'aria che respiriamo nel discorso pubblico tutti i giorni, priva di ossigeno e spesso tossica. La cosa importante, lo ripeto, è approfondire, scoprire, legare cose che ha senso legare, avere una visione prospettica e diacronica e, soprattutto, saper usare gli strumenti che la varie discipline, dalla storia alla fisica alle scienze umane alla filosofia, ci danno e metterli a frutto. Ma su questo la scuola italiana è ancora forte: impariamo tra i banchi metodi di interpretazione e lettura del reale che possiamo sfruttare in tanti altri ambiti". 

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