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Matera, maxioperazione per la rimozione di monolite di rifiuti radioattivi a Rotondella

L’operazione, che ha richiesto una lunga fase preparatoria di progettazione ingegneristica, si è conclusa con l’estrazione definitiva della struttura, un monolite di 130 tonnellate di massa e un volume di 54 metri cubi in cui sono stati ingabbiati i rifiuti radioattivi del vecchio impianto nucleare.
A cura di Antonio Palma
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Si sono concluse oggi con una maxi operazione i lavori per la rimozione di un monolite di rifiuti radioattivi infossati nell'impianto Itrec della Sogin di Rotondella (Matera). L’operazione, che ha richiesto una lunga fase preparatoria di progettazione ingegneristica, si è conclusa con l'estrazione definitiva della struttura, un monolite di 130 tonnellate di massa e un volume di 54 metri cubi in cui sono stati ingabbiati i rifiuti radioattivi della vecchia centrale nucleare. L'estrazione, avvenuta in una fossa di 6,5 metri di profondità, consentirà ora di proseguire con la bonifica del sito come previsto dal programma di risanamento dell’area. Le operazioni sono state, ideate, progettate e gestite dalla Sogin, l’azienda pubblica incaricata del decommissioning del sito nucleare lucano

Il monolite è frutto delle tecniche utilizzate alla fine degli anni ’60 per smaltire le scorie nucleari nel nostro Paese. Una pratica che prevedeva di interrare in campagna i rifiuti radioattivi dove sarebbero rimasti in eterno. Con la decisione di varare in Italia un sito unico di stoccaggio per le scorie, ancora in costruzione, però è nata l’esigenza di estrarre i materiali dai vecchi depositi nell'impianto Itrec della Sogin di Rotondella. La sogin così ha messo a punto una soluzione ingegneristica definita “senza precedenti a livello internazionale”, che ora potrà essere utilizzata anche altrove.

La struttura verticale si trovava a 6,5 metri di profondità e al suo interno, suddivisi in quattro pozzi a sezione quadrata, vi sono fusti con rifiuti a media radioattività derivanti dall’attività del centro, inglobati in malta cementizia. I quattro pozzi rimossi sono stati trasferiti in un deposito del sito per il loro stoccaggio temporaneo in attesa del sito unico di stoccaggio. “Il sollevamento e l’estrazione dei singoli pozzi è l’ultima fase dei lavori che consentiranno di procedere alla bonifica e al rilascio dell’area della Fossa 7.1” spiegano dalla Sogin.

Da tempo sull’impianto erano in corso attività propedeutiche prima dell’estrazione. Il monolite è stato poi stabilizzato con strutture metalliche appositamente realizzate e incapsulato all’interno di un’apposita struttura d’acciaio. Poi è stato tagliato separando l’uno dall’altro i quattro pozzi. Infine, per consentire la sua rimozione sono stati installati specifici sistemi di sollevamento  per sostenere ogni singolo pozzo che, completo dei contenitori di acciaio, ha un peso di circa 45 tonnellate.

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