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Mario Biondo, la madre del cameraman palermitano: “Ucciso perché aveva scoperto qualcosa”

“Finalmente hanno dato dignità a Mario, ora le indagini devono essere riaperte: mio figlio fu ucciso perché aveva scoperto qualcosa”, così Santina D’Alessandro, la madre di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato impiccato a Madrid.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono parole piene di rabbia quelle pronunciate da Santina D'Alessandro, la madre di Mario Biondo, il cameraman trovato impiccato nella sua casa di Madrid il 30 maggio 2013. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera la donna, che non ha mai creduto al suicidio del figlio, ha commentato le parole del gip di Palermo Nicola Aiello che, nelle motivazioni sull'archiviazione dell’inchiesta riguardante la morte del cameraman palermitano, ha per la prima volta parlato di omicidio. “Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire che mio figlio non si è suicidato, ma è stato ucciso”, il commento della donna che per anni si è battuta insieme al marito chiedendo giustizia e verità sulla morte di Mario.

Secondo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, che ha firmato l'archiviazione dell’inchiesta riguardante la morte del cameraman palermitano, Mario Biondo non si tolse la vita ma venne ucciso: quella del suicidio fu una messa in scena per tentare di depistare le indagini e nascondere le vere cause della morte. «C’è voluto tempo, ma ho avuto finalmente una prima risposta. C’è voluto un gip per ridare dignità a mio figlio – le parole di Santina – sono arrivati a dire che mio figlio era cocainomane, che era morto mentre praticava un gioco erotico, ecco è questo che ho trovato inaccettabile. Ditemi che non siete in grado di trovare gli assassini, ma dovete dire la verità: cioè che è stato ucciso”.

Mario Biondo
Mario Biondo

L'ipotesi della madre di Mario Biondo è che il figlio sia stato ucciso per aver “scoperto cose che qualcuno, molto potente, aveva interesse a non far venir fuori. C’è stato dolo, non colpa. C’è stato un depistaggio”. Il gip di Palermo, pur archiviando il caso sulla morte del cameraman, ha espressamente parlato di omicidio sottolineando però che dopo nove anni è difficile individuare i responsabili. “Non so chi abbia ucciso Mario – prosegue la madre – ma so che è stato trovato dalla colf morto a casa e che l’appartamento era chiuso dall’interno con due mandate, quindi l’assassino aveva le chiavi. So delle mille incongruenze presenti sulla scena del crimine della quale, peraltro, abbiamo solo nove foto. Due per tutte: sulla libreria c’erano due piume che sono rimaste al loro posto nonostante i consulenti dicano che gli spasmi dovuti allo strangolamento hanno provocato un sussulto simile a un terremoto. E nessuno è riuscito a spiegare gli ematomi sulla fronte di Mario”.

Santina non si rassegna e promette che andrà avanti nella sua battaglia per arrivare alla verità sulla morte del figlio che per anni è stata additata dalle autorità spagnole come suicidio. Per questo ora chiede che il Capo dello Stato e il ministro degli Esteri “facciano pressioni sulle autorità spagnole affinché riaprano il caso. Mario era un cittadino italiano e l’Italia non può dimenticarsene”.

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