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Marco Ferrazzano morto suicida, il padre: “Lotterò per lui e tutte le vittime di bullismo”

Sei i giovani indagati per la morte del giovane foggiano Marco Ferrazzano, vittima di bullismo. Slitta l’udienza preliminare. Il padre: “Voglio giustizia”.
A cura di Susanna Picone
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“Mi aspetto che le cose vadano avanti nel modo giusto. Marco poteva essere ancora in vita, invece oggi ci sono solo io qui. E ci sarò sempre, ad ogni udienza, per lottare per lui e per tutte le persone che sono vittime di bullismo”: a parlare è Tiziano Ferrazzano, il padre di Marco, il giovane pugliese vittima di atti di bullismo trovato morto sui binari della ferrovia un anno fa a Foggia. Il padre del giovane era presente all’ultima udienza subito rinviata. “Voglio solo giustizia”, ha aggiunto a FoggiaToday fuori dall’aula. L’udienza preliminare del procedimento relativo alla morte di Marco Ferrazzano slitta a maggio: sono sei gli indagati, tutti foggiani di età compresa tra i 21 e i 24 anni già noti alle forze dell’ordine.

“Questo rinvio era necessario”, le parole riportate da FoggiaToday dell’avvocato della famiglia Ferrazzano, Pio Giorgio Di Leo. “Il processo va tenuto scevro da difetti di notifica o altri difetti processuali che potrebbero inficiarne l’esito. Quindi attenderemo il mese di maggio, sperando che la cancelleria metta ordine alle carte e alle notifiche, e ci costituiremo parte civile per chiedere la punizione dei colpevoli”, ha aggiunto.

Marco Ferrazzano era vittima di bullismo, vittima di vera violenza e soprusi secondo chi ha indagato dopo la sua scomparsa. Prima di morire gli avevano rubato il telefonino e non era la prima volta che questo accadeva. Secondo alcuni testimoni, dopo l’ennesimo furto il giovane aveva mostrato agitazione e preoccupazione. Era probabilmente anche vittima di violenza fisica:in più occasioni era infatti rientrato a casa con ferite di cui non avrebbe mai raccontato nulla ai familiari. “Il bullismo e il cyber bullismo sono fenomeni esplosivi, soprattutto in seguito al lockdown. I dati sono allarmanti: più del 70% dei ragazzi al di sotto dei 15 anni ha subito atti di bullismo. La condivisione di infamie e soprusi si moltiplica all’infinito sui social e le persone che hanno fragilità non sempre riescono a supportare e sopportare queste condotte. Marco (ma non solo lui) ha subito la peggiore conseguenza”, così ancora l’avvocato della famiglia del giovane.

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