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Marco Eletti condannato a 24 anni: “Il concorrente de L’Eredità programmò l’omicidio dei genitori”

Marco Eletti, ex concorrente del quiz televisivo “L’Eredità”, programmò l’omicidio dei genitori nel 2020. Secondo la Corte d’Assise, il 33enne avrebbe premeditato il delitto iniziando a cercare online informazioni per avvelenare i familiari.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva programmato il delitto già diversi mesi prima della morte del padre e del tentato omicidio della madre. Marco Eletti, 33 anni, si documentava su come poter assassinare i familiari già dal settembre del 2020 e aveva iniziato a fare ricerche online su sostanze in grado di stordire o uccidere, da acquistare online. Secondo la Corte di Assise di Reggio Emilia, il giovane aveva premeditato l'omicidio e per questo è stato condannato a 24 anni e due mesi di carcere. Il tutto è stato riportato nella motivazione della sentenza: nel testo, anche l'aggravante della premeditazione per quanto avvenuto il 24 aprile 2021 a San Martino in Rio. Le ricerche fatte sul web testimonierebbero infatti la volontà del 33enne di uccidere i genitori, rafforzatasi poi nel tempo.

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Nei piani di Eletti, il genitore avrebbe dovuto mangiare un dolce avvelenato, ma l'uomo aveva deciso di non prendere il bignè che il figlio gli aveva preparato. La madre, invece, aveva mangiato il dolce preparato dal 33enne ed era morta poco dopo. Per eliminare anche il padre, il killer aveva quindi deciso di ucciderlo a martellate.

Escluse come aggravanti l'uso di sostanze venefiche per la morte del padre e i futili motivi, poiché il movente dell'omicidio non è stato mai chiarito.

Alla base del delitto potrebbero infatti esservi molteplici motivi scatenanti, quali la scoperta della doppia vita del genitore e quella di non essere il figlio naturale della coppia. Secondo l'accusa, però, il vero movente sarebbe da ricercarsi in questioni economiche legate all'uso di una casa da parte del 33enne.

Nessuna ipotesi però ha trovato conferma e al giovane sono state concesse attenuanti generiche in virtù di una presunta fragilità emotiva dovuta all'ambiente nel quale ha vissuto fino al giorno del delitto. "Se vi sarà spazio impugneremo senz'altro quantomeno sulla premeditazione. Se i nostri punti venissero accolti, potrebbe comportare una consistente riduzione della pena", dicono i difensori, gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella.

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