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Lutto nel rugby, muore a 22 anni Mario Coscione: “Un grande esempio di umiltà”

Mario Coscione, giocatore di rugby abruzzese, è morto all’ospedale di Pescara a causa di una malattia incurabile. A darne notizia la Fir Abruzzo. Il ragazzo, dopo aver militato nelle giovanili della Polisportiva L’Aquila, aveva scelto di giocare con il Paganica Rugby. Il presidente Rotellini: “Il tuo esempio di umiltà e il tuo sorriso nonostante tutto rimarranno sempre nei nostri cuori”.
A cura di Ida Artiaco
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È morto a soli 22 anni a causa di un male incurabile Mario Coscione, stella nascente del rugby abruzzese. A darne notizia è stata proprio la Fir Abruzzo, che ha anche annunciato che "dalle 16 di oggi, mercoledì 23 gennaio, familiari e amici potranno salutare Mario nella camera ardente allestita presso la club house del Paganica Rugby. I funerali si svolgeranno domani, 24 gennaio alle ore 11, presso la chiesa di San Francesco d'Assisi a Pettino". Il decesso è avvenuto all'ospedale Santo Spirito di Pescara, dove il ragazzo era ricoverato. Come ricorda la Federazione, Coscione aveva militato nelle giovanili della Polisportiva L'Aquila e poi aveva scelto di giocare con il Paganica Rugby dove, come raccontano gli amici, è stato subito amato da tutti per il suo sorriso e per le sue doti umane e tecniche. Il presidente, Antonio Rotellini, ha raccontato di quanto Mario abbia combattuto contro la malattia con coraggio, dignità e col sorriso sulle labbra. "Il tuo esempio di umiltà e il tuo sorriso nonostante tutto rimarranno sempre nei nostri cuori", ha detto.

In segno di lutto, la Fir Abruzzo ha rinviato le partite in ambito regionale che vedevano impegnate la società rossonera. Mario Coscione lascia la mamma Stefania, il papà Enzo e la sorella Annalisa. Tutta la comunità abruzzese, non solo quella sportiva, è sotto choc. Particolarmente toccanti sono le parole della Pro Loco di Coppito che sui social network ha lasciato un lungo messaggio in ricordo del ragazzo. "Mario Coscione – si legge – ha rappresentato quanto di più bello la giovinezza sappia esprimere: la solidarietà, l’impegno sociale, l’amore per lo sport e la pulizia interiore che caratterizza gli idealisti. Mario era bello dentro, sorrideva alla vita con candido stupore. Quella vita che minata da un male terribile lo ha tradito quando era appena un fiore della primavera dell'esistenza".

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