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Lucca, corruzione per l’utilizzo di protesi ortopediche: nei guai medici e società

Quindici persone sono state indagate per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sull’impianto di protesi ortopediche in una clinica privata lucchese convenzionata con il servizio sanitario nazionale. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza hanno portato alla luce un sistema truffaldino per aggirare i limiti di spesa imposti dalla Regione Toscana.
A cura di Susanna Picone
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Quindici persone sotto indagine, tra cui sette medici chirurghi. Sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagini per l‘accusa di corruzione, emessi dalla procura di Lucca, nei confronti appunto di quindici persone, tra cui sette medici chirurghi provenienti dall'area laziale, e quattro persone giuridiche, nell'ambito di un'inchiesta che è stata condotta dalla guardia di finanza di Lucca sulla commercializzazione in Italia di protesi ortopediche fabbricate da una multinazionale francese attraverso una società romagnola. Si tratta di una inchiesta che nasce da una analoga indagine del 2017, nel corso della quale venne accertato che la società romagnola, e per essa il suo responsabile commerciale, induceva ortopedici operanti nel Lazio a eseguire interventi chirurgici, nei confronti di loro pazienti del posto, presso la clinica di Lucca in cambio dell'utilizzo esclusivo di protesi prodotte dalla multinazionale francese. Secondo quanto spiegano gli inquirenti, trattandosi di interventi ad “alta complessità” ed essendo eseguiti su pazienti di provenienza extra-regionale, “potevano gravare sul bilancio della Regione Toscana senza alcuna limitazione poiché, in tal caso, non trovavano applicazione i limiti di spesa invece previsti per gli interventi relativi a pazienti toscani”.

L'accusa di corruzione – Il responsabile commerciale della società che si occupava della commercializzazione delle protesi riusciva così ad incrementare il fatturato societario e i compensi personali, anche sotto forma di provvigioni erogate dalla casa di cura per ogni protesi acquistata. Allo stesso tempo i medici laziali vedevano moltiplicarsi le opportunità di lavoro e di guadagno, riuscendo anche ad ottenere dalla clinica compensi mediamente più elevati, per ogni intervento, rispetto a quelli riconosciuti per analoghi interventi nei confronti di toscani. Agli stessi medici, oltre ai compensi ottenuti dalla clinica, venivano poi offerti sistematicamente una serie di servizi e benefit.

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