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Lo Youtuber St3pny condannato a 8 mesi di reclusione per evasione

Stefano Lepri, in arte St3pny, è stato condannato a 8 mesi di reclusione per evasione del Fisco. Lo Youtuber avrebbe evaso l’Iva nel 2017 per 76mila euro. La difesa aveva chiesto l’assoluzione poiché lo studente 25enne star di internet avrebbe pagato al Fisco la somma dovuta prima della condanna.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Condannato a 8 mesi per evasione fiscale lo Youtuber Stefano Lepri, in arte St3pny. Il ragazzo di 25 anni è stato condannato a 8 mesi di reclusione dal tribunale di Firenze. Il pm Christin Von Borries aveva chiesto per lui una pena di 1 anno e 4 mesi. La difesa invece aveva avanzato l'assoluzione, adducendo come motivazione il fatto che il 25enne nei mesi scorsi aveva versato al Fisco quanto dovuto. Nel 2017 il giovane avrebbe evaso per circa 76mila euro, non presentando la dichiarazione a fini Iva per redditi pari ai 334mila euro. St3pny secondo l'accusa avrebbe stipulato con le agenzie pubblicitarie contratti di pubblicazione di banner sui suoi video, usando la cessione del diritto d'autore che non prevede il versamento dell'Iva.

Secondo quanto accertano però gli agenti delle fiamme gialle, lo youtuber avrebbe svolto attività professionale di tipo continuativo non compatibile ai termini dei contratti da lui stipulati. Sarebbe il primo youtuber a processo per questo tipo di accusa e rappresenta, da questo punto di vista, un caso nuovo per la giurisprudenza.

La citazione legale a lui diretta si riferisce soltanto all'anno 2017, l'unico preso in analisi per la quota di evasione penalmente rilevante. Tra il 2013 e il 2018 però, secondo le fiamme gialle, avrebbe omesso di versare di Iva centinaia di migliaia di euro. "Ho sempre pagato le tasse in buona fede, altrimenti sarei alle Cayman " avrebbe dichiarato Lepri, lo studente universitario di 25 anni imputato. Prima della condanna si era aperto alla possibilità di versare il dovuto al Fisco, con la speranza che "il mestiero dello youtuber possa essere regolamentato al più presto".

Il caso, come primo di questo tipo attualmente in aula in Italia, potrebbe rappresentare un vero e proprio vaso di Pandora per le star del web: si potrebbe aprire infatti una serie di processi per evasione del Fisco in occasione di contratti lavorativi stipulati sul web per attività che riguardano Youtube e altri spazi online.

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