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Licenziati su Whatsapp, i lavoratori: “Non ci danno i documenti per avere la cassa integrazione”

I cinquantadue dipendenti di un supermercato di Crotone affiliato Carrefour che due mesi fa sono stati licenziati con un messaggio su Whatsapp non hanno ancora ricevuto nessun documento ufficiale dall’azienda che attesti la fine del rapporto di lavoro: “Senza, non possiamo neanche accedere alla cassa integrazione”.
A cura di Davide Falcioni
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Licenziati con in sms ricevuto su Whatsapp, i 52 dipendenti di un supermercato di Crotone affiliato Carrefour stanno vivendo un vero e proprio incubo: oltre ad aver perso il lavoro, infatti, non hanno ancora ricevuto lo stipendio di agosto né, paradossalmente, hanno in mano un documento ufficiale che attesti il licenziamento e dia loro modo di accedere alla cassa integrazione. A raccontare la surreale situazione che stanno vivendo 52 lavoratori è stato Tonino Parisi, dipendente del supermercato che è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Tv Italia, emittente dell’Università Niccolò Cusano. “E’ una situazione ormai anche imbarazzante –ha dichiarato Parisi-. E’ dal 16 ottobre che siamo stati licenziati con un whatsapp. Non abbiamo materialmente niente di ufficiale in mano che attesti il licenziamento.  Il 12 dicembre dovevamo avere un incontro al ministero del lavoro della Regione Calabria, a cui si doveva presentare il proprietario per arrivare ad una conclusione. Alla fine non si è presentato a questo incontro. Abbiamo ricevuto la visita e l’appoggio morale di tanti politici che hanno fatto la solita passerella. L’unico che ci ha dato un po’ di pace morale è stato l’onorevole Barbuto del M5S che ci ha permesso di andare al Mise a Roma dove si dovevano prendere delle decisioni importanti, solo che poi alla fine le riunioni sono state sempre rimandate. Il proprietario del supermercato non si è mai presentato, così come i rappresentanti di Carrefour Italia".

Parisi ha aggiunto: “Non si sa il perché abbiano deciso di non partecipare. Noi speravamo che Carrefour nazionale ci tenesse a risolvere la questione dato che questo supermercato a loro affiliato gli ha rovinato la reputazione licenziando 52 dipendenti via Whatsapp. Alla fine però non se n’è fatto nulla. Ci siamo rimasti veramente molto male. I miei colleghi che hanno acceso mutui, finanziarie, sono andati in banca e la banca gli ha detto che c’è bisogno di un documento che attesti il licenziamento. Noi questo documento però non l’abbiamo e quindi ci troviamo in una situazione imbarazzante, anche perché i parenti e gli amici ti possono aiutare per un po’, non per sempre. Per noi è un vero e proprio dramma. Il proprietario ci ha detto che siamo in ferie forzate. Abbiamo fatto una protesta civile, ma dopo tutti questi mesi ci viene da pensare che se avessimo fatto qualcosa di più eclatante forse ci avrebbero preso in considerazione”.

Carrefour Italia: "Il licenziamento su Whatsapp è contrario ai nostri principi"

Fin da quando venne diffusa la notizia del "licenziamento su Whatsapp" Carrefour Italia ha sempre precisato di non aver avuto nessun ruolo visto che il punto vendita era gestito in franchising da "un imprenditore esterno all'organizzazione". La società ha inoltre condannato le modalità di licenziamento, avvenuto con un semplice sms. "Pur non entrando del merito delle decisioni di business, che afferiscono unicamente a questo imprenditore terzo, l'azienda si dissocia fermamente dalle modalità con cui questa decisione, che impatta negativamente su un'intera comunità, è stata gestita e comunicata", si legge. Secondo Carrefour "tali modalità sono profondamente contrarie ai principi etici di business che contraddistinguono il nostro Gruppo in Italia. L'azienda ha pertanto chiesto immediatamente chiarimenti all'imprenditore ed è pronta ad intraprendere ogni azione necessaria alla tutela e al rispetto delle proprie procedure e del proprio modus operandi".

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