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Liberato padre Maccalli, campane a festa a Crema. Società missioni africane: “Grande felicità”

Campane a festa a Madignano, nel Cremasco, paese natale di padre Pier Luigi Maccalli. Il religioso italiano rapito in Niger nel 2018 è stato liberato oggi in Mali insieme a un altro nostro connazionale, Nicola Chiacchio. Fanpage.it ha parlato con padre Rosario, consigliere generale della Società delle missioni africane, con cui il sacerdote lombardo ha trascorso molti anni in Africa: “Abbiamo appena saputo la notizia dai giornali. Siamo molto molto felici”.
A cura di Simone Gorla
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Campane a festa a Madignano, nel Cremasco, paese natale di padre Pier Luigi Maccalli, il religioso italiano liberato oggi in Mali insieme a un altro nostro connazionale, Nicola Chiacchio. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo nei luoghi dove il religioso è cresciuto dove non si è mai smesso di sperare in una sua liberazione.

Grande sollievo anche presso la sede romana della Società delle Missioni Africane. Fanpage.it ha parlato con padre Rosario, consigliere generale dell'associazione per la quale cui il padre ha trascorso molti anni in Africa. "Abbiamo appena saputo la notizia dai giornali. Siamo molto molto felici, ma non abbiamo al momento altre informazioni sulla sue condizioni e attendiamo di essere aggiornati, è troppo presto per rilasciare commenti".

"Da un paio di giorni filtrava ottimismo per le sue sorti e per quelle di altri sequestrati in quell'area del mondo. Siamo felicissimi e ringraziamo coloro, non tanti per la verità, che in questi due anni hanno fatto si' che sulla tragedia di Padre Gigi non calasse un definitivo oblio", ha commentato il direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa.

Padre Maccalli, della diocesi di Crema, fu rapito il 17 settembre del 2018 in Niger, in una missione a circa 150 km dalla capitale Niamey.  La notizia della liberazione dei due connazionali è stata confermata dalla Farnesina. La liberazione – ha spiefato il ministero degli Esteri, è stata resa possibile grazie al prezioso lavoro del personale dell'Aise e di tutti i competenti apparati dello Stato, unitamente alla importante collaborazione delle autorità maliane. "Il buon esito dell'operazione, oltre a mettere in luce la professionalità, le capacità operative e di relazione dell'intelligence, ha evidenziato anche l'eccellente opera investigativa dell'Autorità giudiziaria italiana ed il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell'intera Unità di Crisi della Farnesina", si legge in una nota.

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