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Lecce, 26enne autistica muore soffocata da un boccone: dramma in una casa famiglia

Tragedia in una casa famiglia del Basso Salento dove una ragazza autistica di 26 anni è morta soffocata da un boccone mentre stava pranzando. La procura ha deciso di aprire un fascicolo di indagine per omicidio colposo per fare luce sulla dinamica di quanto successo e individuare eventuali responsabili.
A cura di Ida Artiaco
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Potrebbe essere stata una tragica fatalità, ma la procura di Lecce ha deciso comunque di aprire un fascicolo di inchiesta sulla morte di una 26enne originaria di Triggiano, in provincia di Bari, soffocata da un boccone che le è andato di traverso mentre si trovava nella casa famiglia che la ospitava. Il dramma si è consumato lo scorso sabato 28 dicembre. La ragazza, C.L., che era autistica, stava pranzando presso la struttura che si trova nel Basso Salento. È stata una questione di secondi. Il personale l'ha soccorsa, provando a liberarla dal boccone con le manovre indicate per la disostruzione, ma ogni tentativo di liberare le vie respiratorie si è rivelato vano così come l'intervento dei sanitari del 118.

Sulla tragedia il sostituto procuratore Massimiliano Carducci ha aperto un fascicolo d’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo per fare piena piena luce sulle cause della morte della ragazza e ravvisare eventuali responsabilità del personale della casa famiglia, anche se per il momento nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati. Oggi, martedì 31 dicembre, nella camera mortuaria dell'ospedale "Vito Fazzi" dove è stato trasferito il corpo della 26enne, il medico legale Roberto Vaglio eseguirà l'autopsia i cui risultati potranno aiutare a rispondere ad alcuni degli interrogativi sulla vicenda, in primis per confermare o meno se il decesso sia stato effettivamente causato dal soffocamento dovuto a del cibo finito nelle vie respiratorie. L'obiettivo, in particolare, è chiarire se la ragazza necessitasse di una assistenza particolare in considerazione dell'acclarata sindrome autistica che caratterizzava la sua interazione sociale, nonché la comunicazione sia verbale e non verbale e se questa ci sia stata o meno, e se si sarebbe potuta in qualche modo salvare.

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