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Latte inquinato da tossine: mangime contaminato alle mucche. “Bloccati 30 mila litri”

Ad Arborea, nell’Oristanese, in Sardegna, c’è grande preoccupazione per la presenza di tossine nel latte conferito da alcuni allevamenti bovini alla cooperativa 3A di Arborea. Mistero sulla provenienza della farina di mais data agli animali.
A cura di Biagio Chiariello
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30mila litri di latte per un presunto allarme tossina contenuta nel mangime dato alle mucche. A dare notizia di quanto accaduto è stata per prima la Nuova Sardegna. La 3A di Arborea venerdì scorso ha deciso per lo stop al ritiro del latte conferito da una cinquantina di produttori, di cui una trentina nell’oristanese e una ventina sparsi nel resto della Sardegna. Dalle analisi compiute prima dell’ingresso nello stabilimento è emersa la presenza di aflatossine M1, una micotossina estremamente tossica per l’uomo che i bovini sviluppano dopo aver mangiato farina di mais contaminata con aflatossina B1.

La situazione però sarebbe in miglioramento. “I parametri di M1 si sono ridotti sensibilmente e molti dei produttori hanno potuto riprendere il normale conferimento. Il problema adesso è circoscritto a una quindicina di aziende”, ha sottolineato ieri Francesco Casula, direttore generale della 3A. I 30mila litri di latte sono andati distrutti sotto la supervisione del Servizio di igiene degli allevamenti della Asl 5 di Oristano. "Abbiamo lavorato con la Asl per risolvere la problematica, che si genera quando un mangime o una parte di esso, ha problemi legati alla presenza di muffe, le micotossine, che nell'alimento zootecnico diventano aflatossine" ha aggiunto Casula ad Adnkronos.

Il monitoraggio prosegue anche per la giornata di oggi e fin quando non ci sarà la sicurezza della conclusione della contaminazione, gli allevamenti sotto controllo non potranno conferire nemmeno una goccia di latte. Gli allevatori hanno già provveduto a cambiare l'alimentazione, sostituendo il mangime. “Questo permetterà al massimo in 72 ore di fare in modo che i limiti tornino al di sotto di quelli previsti dal nostro sistema di autocontrollo che, sottolineo, è di altissima qualità: è ancora più rigido rispetto a quello normativo" spiega Casula.

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