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La storia di Vincenzo Agostino: una vita dedicata alla ricerca della verità sull’omicidio del figlio Nino

Il 5 agosto 1989 il poliziotto Antonino Agostino, 28 anni, venne ucciso in un agguato mafioso insieme alla moglie 19enne Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini, nel Palermitano. È da quel momento che per Vincenzo Agostino, padre di ‘Nino’, morto nell’aprile 2024, iniziò una lunga battaglia per chiedere e ottenere verità e giustizia sull’omicidio.
A cura di Eleonora Panseri
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Il 5 agosto 1989 il poliziotto Antonino Agostino, 28 anni, venne ucciso a colpi d'arma da fuoco in un agguato insieme alla moglie 19enne Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini, nel Palermitano. La ragazza era in attesa di un bimbo. È da quel momento che per il padre di ‘Nino', Vincenzo, iniziò una lunga battaglia per chiedere e ottenere giustizia per la morte del figlio e della nuora.

L'uomo, morto a 87 anni lo scorso aprile, aveva deciso di non tagliarsi più la barba fino a quando non sarebbe emersa la verità sui mandanti del duplice omicidio. Una prima svolta giudiziaria è arrivata molti anni dopo, quando Nino Madonia, boss della famiglia di Resuttana accusato di duplice omicidio aggravato, è stato condannato all'ergastolo sia in primo grado (nel 2021) che in appello (nel 2023).

L'omicidio di Antonio Agostino e di sua moglie il 5 agosto 1989

Antonino Agostino insieme alla moglie Ida Castelluccio.
Antonino Agostino insieme alla moglie Ida Castelluccio.

La sera del 5 agosto 1989 Antonino Agostino, agente di Polizia 28enne in servizio presso il commissariato di San Lorenzo a Palermo, era a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio, 19 anni. I due si erano sposati poco prima, la ragazza era incinta da due mesi.

La sorella di Antonino, Flora, aveva deciso di festeggiare i 18 anni nella villa di famiglia sul lungomare Colombo, così ‘Nino' aveva raggiunto lì i familiari insieme alla compagna. Ida e l'altra ragazza erano molto legate, grazie a Flora nel 1986 Ida aveva conosciuto Antonino.

Poco prima delle 20 i due coniugi erano usciti dall'abitazione e improvvisamente era arrivata una motocicletta con due persone a bordo che avevano iniziato a sparare. Antonino fece in tempo ad aprire il cancello e fare scudo alla moglie. Colpito da vari proiettili morì subito.

Ida urlò che stavano uccidendo il marito e da terra li affrontò dicendo: "Vi conosco". A quel punto, uno dei due le sparò al cuore. I genitori di Agostino, dopo aver sentito il rumore dei colpi, tentarono di soccorrere il figlio e la nuora. Lui era morto, lei si trascinava verso il corpo del marito. Venne trasportata in auto all'ospedale cittadino, ma morì pochi minuti dopo il ricovero.

Le indagini e i depistaggi

La squadra mobile di Palermo seguì inutilmente per mesi una sviante "pista passionale". Poi, lentamente e con numerosi tentativi di depistaggio, iniziò a svilupparsi un'ipotesi diversa.

Agostino faceva parte, insieme a Emanuele Piazza, Giovanni Aiello, Guido Paolilli, e altri componenti allora apicali dei Servizi di sicurezza, di una struttura di intelligence che, spiegava la Dia, "veniva rappresentata con la finalità della ricerca di latitanti, ma che in realtà si occupava di gestire complesse relazioni di cointeressenza tra alcuni infedeli appartenenti alle istituzioni e Cosa nostra".

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Secondo quanto emerso successivamente, Agostino aveva, nell'ultima parte della sua vita, compreso le reali finalità della struttura cui apparteneva. A quella stessa struttura Agostino aveva offerto una pista "molto seria" – legata a familiari della moglie – per giungere alla cattura di Totò Riina a San Giuseppe Jato; e da essa si era allontanato poco prima del suo matrimonio, "fatto che era stato posto a fondamento della decisione di uccidere lui e la moglie".

Agostino sarebbe stato quindi ucciso "perché venuto a conoscenza di fatti concernenti i legami segreti tra la mafia ed esponenti della polizia e dei Servizi".

"Gaetano Scotto e Nino Madonia sono gli esecutori materiali dell'omicidio di Agostino e di sua moglie. E non poteva essere altrimenti. Poiché Madonia era stato delegato da Totò Riina a mantenere i contatti con apparati dello Stato, polizia e servizi di sicurezza. – aveva detto durante il processo di primo grado in cui fu condannato Madonia il legale di parte civile, Fabio Repici – Contatti che dovevano restare riservati e non potevano essere messi a rischio in nessun modo: per questo Nino Agostino era un ostacolo che andava eliminato. I depistaggi? Erano finalizzati nascondere i responsabili che avevano operato in concorso con soggetti della polizia di stato e del Sisde".

La ricerca della verità di Vincenzo Agostino e la scelta di non tagliare la barba

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Per tanti anni il papà e la mamma di Nino, Vincenzo e Augusta, avevano cercato di avere verità e giustizia per il figlio. La donna era morta nel 2019, ma il padre del poliziotto ucciso aveva continuato senza sosta la sua battaglia fino all'ultimo, chiedendo che venisse fatta luce sui depistaggi riguardanti le indagini sul duplice omicidio.

L'uomo aveva deciso di non tagliarsi più la barba fino a quando non sarebbe emersa la verità sui mandanti del duplice omicidio. "A me la famiglia l'hanno rovinata: ho perso mio figlio e ho perso la nuora, che era in attesa del suo primo figlio. Perché Antonino non ha potuto diventare papà? Neppure mia moglie è morta in pace. Sulla sua lapide ho dovuto scrivere: ‘Una mamma in attesa di verità e giustizia oltre la morte'", aveva detto Vincenzo, in un'intervista rilasciata a Fanpage.it poco dopo la morte del boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.

Aggiungendo: "Messina Denaro poteva ancora prendersi gioco di noi, perché non ha mai detto la verità, neanche in punto di morte. Avrebbe potuto dire le cose come stanno e non lasciare i familiari delle vittime soli".

Il processo e la condanna di Nino Madonia

Una prima, anche se solo parziale, svolta giudiziaria era arrivata 32 anni dopo l'omicidio dell'agente Nino Agostino e della moglie Ida. Il 19 marzo 2021, nel giorno della festa della papà, quasi come se fosse un dono per Vincenzo, era stato condannato all'ergastolo il boss della famiglia di Resuttana Antonino Madonia, accusato di duplice omicidio aggravato e che aveva optato per l'abbreviato. Una sentenza confermata nel 2023 anche in appello.

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Per gli altri due imputati, il boss dell'Arenella Gaetano Scotto, accusato del duplice omicidio aggravato, e Francesco Paolo Rizzuto, uno amico di Nino Agostino, accusato di favoreggiamento, che avevano invece avevano optato per il rito ordinario, la Procura ha chiesto l’ergastolo per il primo e l’assoluzione per il secondo. La sentenza di primo grado dovrebbe arrivare nel giugno 2024.

Manca ancora questo tassello: spero che arrivi presto una sentenza perché non è normale che da 34 anni io non ho la faccia pulita. Avevo promesso che non mi sarei più tagliato capelli e barba finché non avrei avuto giustizia. Non è giusto che sia passato così tanto tempo”, aveva dichiarato lo scorso anno in un'intervista a Fanpage.it Vincenzo Agostino. Purtroppo, l'uomo è deceduto prima di poter avere la certezza o meno di avere una piena giustizia per suo figlio.

La morte di Vincenzo Agostino

Vincenzo Agostino è morto il 21 aprile 2024. Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, lo aveva ricordato così: "Con Vincenzo Agostino scompare uno dei simboli di testimonianza antimafia e di impegno della società civile. Insieme alla moglie non ha mai smesso di lottare, con grande coraggio e forte determinazione, alla ricerca della verità sull'omicidio del figlio Nino e della nuora Ida. Ai familiari giunga il profondo cordoglio e la vicinanza mia personale e dell'intero governo regionale".

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"Era un nonno guerriero che non ha mai smesso di lottare fino alla fine", è stato invece il ricordo commosso del nipote di Vincenzo Agostino, durante la camera ardente allestita prima dei funerali. “Ho accompagnato mio nonno in tutta Italia in questo percorso di verità e di giustizia e a lui ho promesso che avrei continuato a lottare. In questi giorni abbiamo ricevuto messaggi di affetto da tutte le parti del Paese e questo ci fa capire come la mia famiglia non sia sola in questa lotta”.

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