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La storia di Tommaso Claudi, l’ultimo console italiano lasciato in Afghanistan dopo l’assalto dei Talebani a Kabul

Tommaso Claudi, ultimo console italiano a Kabul, coordinava le attività consolari e assistenza ai connazionali. Rimasto da solo con l’avanzata dei Talebani, è stato tra gli ultimi a lasciare il Paese nel 2021. Celebre la foto che lo mostra mentre aiuta un bambino a superare il muro dell’aeroporto.
A cura di Biagio Chiariello
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Tommaso Claudi è stato l’ultimo console italiano rimasto a Kabul durante l’assalto dei Talebani nel 2021. In Afghanistan si trovava per coordinare le attività consolari e assistere i connazionali, svolgendo un ruolo cruciale in un momento di estrema emergenza. Dopo l’avanzata dei Talebani, molti diplomatici e funzionari avevano già lasciato il Paese, ma Claudi si è ritrovato da solo, tra gli ultimi a garantire supporto sul territorio e a gestire l’evacuazione.

La sua presenza è diventata simbolo di coraggio e dedizione, immortalata nella famosa fotografia che lo mostra, con elmetto e giubbotto antiproiettile, mentre aiuta un bambino a salire sul muro dell’aeroporto di Kabul, un’immagine che ha raccontato al mondo il dramma e la responsabilità di chi resta fino alla fine.

Chi è Tommaso Claudi, console italiano in Afghanistan

Tommaso Claudi, originario di Camerino, ha 35 anni e un percorso accademico e professionale già molto solido. Ha conseguito due lauree: la prima in Linguistica a Pavia, la seconda in Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano. Dopo aver superato le prove diplomatiche, nel settembre 2017 è stato nominato Segretario di Legazione in prova alla carriera diplomatica, confermato nel giugno 2018, e nel gennaio 2019 è arrivato a Kabul come secondo segretario commerciale.

Claudi proviene da una famiglia riservata che ha scelto di tutelarlo con discrezione: in particolare la madre, preoccupata dall’improvvisa visibilità mediatica, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Nonostante la giovane età, la sua carriera è già segnata da incarichi complessi e responsabilità significative, culminati nel ruolo di console italiano (o meglio Secondo Segretario nella Cancelleria Consolare) rimasto a Kabul durante la crisi del 2021, dove ha operato in condizioni di emergenza estrema, mantenendo la professionalità e la dedizione che lo contraddistinguono.

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Perchè Tommaso Clausi era a Kabul e perchè è rimasto da solo

Claudi si trovava nella capitale afgana come console italiano per coordinare le attività consolari e assistere i cittadini italiani e gli afghani in difficoltà. Durante l’avanzata dei Talebani nel 2021, molti diplomatici e funzionari avevano già lasciato il Paese, ma è rimasto per garantire supporto sul territorio e seguire le operazioni di evacuazione.

La situazione lo ha portato a trovarsi da solo, tra gli ultimi rappresentanti italiani sul posto, assumendosi la responsabilità di proteggere chi era rimasto indietro. "In Afghanistan stiamo assistendo ad una grande tragedia umanitaria e tutti stiamo dando il massimo mettendoci tutto il cuore e la professionalità di cui siamo capaci", aveva spiegato in un'intervista.

E la sua dedizione è diventata simbolo di coraggio, immortalata nella celebre foto che lo mostra nella calca dell'aeroporto Hamid Karzai di Kabul mentre aiuta un bambino afghano ad attraversare un muro.

Di cosa si occupa oggi Tommaso Claudi

Oggi Tommaso Claudi ricopre il ruolo di Primo Segretario presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Dopo l’esperienza a Kabul, si occupa di coordinare attività diplomatiche e missioni di supporto ai connazionali all’estero, garantendo la sicurezza dei cittadini italiani e la gestione di emergenze internazionali. Claudi partecipa anche a programmi di formazione per preparare nuove generazioni di diplomatici ad affrontare situazioni complesse, mettendo a frutto l’esperienza maturata in Afghanistan e contribuendo alla tutela dei valori e degli interessi italiani nel mondo.

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