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La storia di Mario e Carlo, gemelli separati alla nascita che si ritrovano per caso sul bus per la scuola

Separati alla nascita e adottati da due diverse famiglie nel 1963, si ritrovano a 13 anni sul bus che li porta a scuola. “Siamo diventati subito amici, era il richiamo del sangue. Oggi, a 60 anni, ancora cerchiamo la nostra mamma”
A cura di Francesca Del Boca
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Separati alla nascita al Policlinico di Bari, il 9 gennaio del 1963. Mario e Carlo, gemelli adottati da due famiglie diverse, sono cresciuti a pochi chilometri di distanza senza sapere l'uno dell'altro, in due paesi della provincia barese. Dopo 13 anni, però, i due si sono ritrovati per puro caso sul bus che ambedue prendevano per andare a scuola. E hanno finalmente scoperto la verità.

È il 1976. Mario ogni mattina sale a Terlizzi, mentre Carlo aspetta il bus alla fermata di Mariotto. Sono dieci chilometri di distanza. I due, inconsapevoli del legame di sangue che li unisce, nel tempo diventano sempre più amici. Fino al giorno in cui scoprono di essere fratelli. "Quando mio padre ha visto Carlo a casa nostra ha capito tutto", è stato il racconto di Mario a Telebari, che ha riportato la storia. "Quando la madre adottiva di Carlo è morta la mia famiglia lo ha invitato a pranzo. Lì ci hanno detto la verità: siete gemelli, figli della stessa donna. Vi hanno separato nella culla".

Parole che cambiano la vita. "Quel giorno siamo scoppiati a piangere, felici e feriti. Credevo di essere figlio unico e scoprire di avere un fratello è stata una cosa meravigliosa. Ma allo stesso tempo mi è caduto il mondo addosso", sempre le parole di Mario. "Abbiamo capito che eravamo cresciuti nella menzogna, e che da quel momento in poi avremmo dovuto fare i conti con un vuoto inspiegabile che avvertivamo da sempre".

Carlo il suo vuoto l'ha riempito con il tempo e con l'affetto della famiglia. Quello che non riesce ancora a fare Mario, che da anni è alla ricerca della sua madre biologica. "Io e la mia compagna Francesca ci siamo recati spesso nell'orfanotrofio di Bari per chiedere informazioni riguardo alla donna che mi ha messo al mondo, ma ci hanno detto che non voleva venisse rivelata la sua identità e che l'archivio era andato distrutto in un incendio. Non so quanto ci sia di vero". Dal mistero, così, nascono vere e proprie leggende. "Pare fosse una ragazza nobile, che ha pagato per cancellare le tracce della nostra nascita".

"Oggi, da padre di due figli e nonno, vorrei abbracciarla e trovare risposte", conclude il 60enne, che ha lanciato anche un appello sui social per ritrovare la donna che ha messo al mondo lui e suo fratello Carlo. "Non so perché sento questo bisogno, forse non mi sono mai sentito davvero amato dalla famiglia che mi ha adottato. Anche se li ringrazierò sempre per avermi tolto da quell'orfanotrofio".

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