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La Perla in crisi, il marchio di lingerie made in Italy annuncia 126 esuberi. Landini: “Grave”

“Un altro marchio di prestigio del made in Italy che rischia di vedere la sua linea produttiva e ideativa totalmente realizzata all’estero” denuncia Landini della Cgil. Lo storico gruppo del made in Italy infatti era stato venduto l’anno scorso alla società anglo-olandese Tennor che ora ha annunciato un pesante programma di rilancio industriale fatto di oltre un centinaio di esuberi.
A cura di Antonio Palma
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È crisi per "La Perla", storica azienda italiana di moda specializzata in intimo. Nei giorni scorsi il gruppo, acquistato l'anno scorso dalla società anglo-olandese Tennor, ha annunciato infatti un pesante programma di rilancio industriale che prevede il taglio di ben 126 posti di lavoro. Gli esuberi sono concentrati quasi tutti sul polo bolognese e rappresentano un quarto del personale totale del gruppo in Italia. Una cura lacrime e sangue per i lavoratori dunque che ha fatto scattare immediatamente le proteste con la proclamazione dello sciopero indetto da Filctem-cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil di Bologna. Un primo stop al lavoro con adesione al cento per cento si è avuto lunedì, la replica oggi pomeriggio con un presidio davanti alla sede della regione prima della vertenza. Per i sindacati questo potrebbe essere solo un primo passo verso un disimpegno totale dall'Italia da parte della holding olandese. Per i rappresentanti dei lavoratori infatti è preoccupante che a essere interessati dai tagli siano professionalità che detengono il saper fare dell'azienda.

Il gruppo Tennor ha spiegato che il piano di tagli non è più rinviabile e si è reso necessario per "riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, in sofferenza da quasi vent'anni". Per i sindacati, invece, la decisione mette “a rischio la continuità produttiva del sito di Bologna, impoverendo il bagaglio professionale che ha reso La Perla il marchio riconosciuto in tutto il mondo”.  Un timore così forte che in campo è sceso lo stesso numero uno della Cgil Murizio Landini.

"L'apertura  delle procedure di mobilità per 126 dipendenti di due società del gruppo ‘La Perla' è un fatto grave. Si tratta di un intervento che inspiegabilmente, su 1200 dipendenti nel mondo, sceglie di eliminare cento persone a Bologna, più della metà delle aree di campionario, dove risiede il Know How, il saper fare, del prodotto leader del mercato dell'intimo e della corsetteria", ha sottolineato il sindacalista, aggiungendo: "Si tratta di un altro marchio di prestigio del made in Italy che rischia di vedere la sua linea produttiva e ideativa totalmente realizzata all'estero, con un grave danno economico e di immagine per la manifattura italiana e per lo stesso made in Italy". "Insieme alla categoria e alla Cgil di Bologna e dell’Emilia Romagna cercheremo di portare all’attenzione del governo e delle istituzioni locali tale situazione. Non lasceremo sole le lavoratrici” ha concluso il segretario generale della Cgil

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