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La periodica balla dei lavori che nessuno vuole fare

“Il lavoro c’è, solo che non c’è voglia di faticare”, in certe dichiarazioni il sottinteso suona così. E non è giusto, né vero. Evidentemente il problema è un altro.
A cura di Antonio Menna
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Ormai è un appuntamento fisso. Ogni volta che escono dati sulla disoccupazione c’è chi dice che, in Italia, esistono mestieri che nessuno vuole fare. Ora è il turno della Confartigianato. Una sua ricerca evidenzia, ad esempio, che ci sarebbero mille posti da panettiere che non si coprono. Il sottinteso è che il lavoro c’è. Manca la voglia di lavorare. Io dico che è una balla, e anche un odioso insulto a quelli che vivono una drammatica indigenza. Può essere anche vero che per qualche profilo professionale specializzato non si trovino persone. Ma questo non significa che la gente non vuole occuparsi. Significa, semmai, che in Italia abbiamo un sistema della formazione che non studia le tendenze, non fa previsioni, non indirizza e non riconverte i lavoratori. Un geometra disoccupato di 50 anni, per sfamare la famiglia, sarebbe più che disposto a fare il panettiere. Ma qualcuno deve formarlo, e poi assumerlo, e poi dargli uno stipendio decente. Nessuno lo fa. E non è certo colpa sua.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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