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La pandemia covid ha spazzato via i sogni e i progetti di vita di due famiglie su tre

La pandemia covid ha spazzato via anche milioni di sogni di cambiamento degli italiani. Secondo l’ultimo rapporto AGI-Censis sulle modifiche che hanno caratterizzato i comportamenti degli italiani durante la pandemia, oltre il 66,4% delle famiglie ha dovuto dire definitivamente addio ai propri progetti di vita.
A cura di Antonio Palma
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Non solo un tragico bilancio di morti e persone alle prese con i gravi postumi del contagio, la pandemia covid ha spazzato via anche milioni di sogni di cambiamento degli italiani. Secondo l'ultimo rapporto AGI-Censis sulle modifiche che hanno caratterizzato i comportamenti degli italiani durante la pandemia, oltre il 66,4% delle famiglie ha dovuto dire definitivamente addio ai propri progetti di vita o modificarli in maniera sostanziale alla luce di quanto accaduto e sta ancora accadendo. Circa 6,5 milioni di nuclei familiari in cui almeno uno dei componenti aveva in progetto di cambiare lavoro o attività, infatti ha dovuto soprassedere. E se un quarto di esse ha deciso di prendere tempo, il 15% vi ha proprio rinunciato.

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Una vera e propria “energia compressa”, come la definiscono i ricercatori, che non fa bene all’economia e al Paese in generale e che probabilmente resterà tale ancora a lungo nonostante i vaccini. Sono molti infatti quelli che credono che la pandemia e i suoi effetti andranno avanti ancora a lungo. Dopo tante le aspettative deluse e decisioni rimandate, la maggior parte degli italiani ritiene che ci vorrà ben più di un anno per tornare lentamente alla normalità eal proprio cammino di vita e c'è una percentuale tra il 5% e il 15% degli interpellati che ritiene addirittura che non si tornerà più alla situazione precedente. Complessivamente, i ceti sociali più modesti sono i più pessimisti per quanto riguarda il lavoro.

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Entrando nel dettaglio, il 65% delle famiglie ha dovuto rivedere le proprie scelte di investimento immobiliare. Il 54,2% di chi aveva intenzione di cambiare la propria residenza è dovuto tornare sui propri passi. Il 56,3% di chi stava attivamente cercando un lavoro ha smesso di farlo o ha allargato il campo anche a settori non in linea con il titolo di studio. Al contrario c'è chi ha dovuto stravolgere in poco tempo il proprio stile di vita mettendo in cantiere un trasferimento di residenza per disporre di un'abitazione con caratteristiche più adatte alle nuove condizioni di vita determinate dallo smartworking e dalla didattica a distanza.

L'uso della rete però non sembra aver definitivamente spinto l'opinione pubblica italiana a credere nell'importanza di una reale transizione digitale in tutti i settori pubblici. Molti i contrari al voto elettronico o a sensori digitali in città al fine di aumentare la sicurezza urbana ma la resistenza maggiore si riscontra con riferimento ai servizi della PA, dove il 35% degli italiani dichiara di non vedere di buon occhio una transizione completa e definitiva verso l'allestimento di "sportelli online"

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